Siamo stati tra i primi a parlarvi di questo ensemble fiorentino che sfugge a qualunque classificazione e non si pone alcun limite nell’ottica di lasciare il segno nella scena indipendente italiana. Dopo lo splendido ‘The Domestic EP’ è venuto il momento di misurare le qualità di questi musicisti su lunga distanza e soprattutto valutare la loro evoluzione dopo avere stupito tutti con quello che è stato definito “folk wave agreste”. I due aspetti principali da sottolineare riguardano una produzione che ha compiuto ulteriori passi in avanti, forse perché più consapevole delle caratteristiche di ciascuno dei componenti, e una cura per gli arrangiamenti vocali che trasmette i brividi. Il primo singolo 'The Saddest Summer Ever Known' ha il compito di aprire la strada ad un racconto musicale cantato in lingua inglese dalla personale voce Athos Molteni, che riporta la mente dell'ascoltatore in remoti ed incontaminati periodi dell'infanzia distanti dalla forzata vita mondana di oggi. Eccellenti anche 'Dorian, You May Kiss Your Bride' e 'A Novel To Save Martin' ma a catturare l'attenzione è anche la cavalcata di otto minuti che chiude l'album. Il supporto di strumenti come l'ukulele, il violino ed i sintetizzatori è indispensabile per creare atmosfere sospese e fare in modo che questo viaggio scorra fluido, come un sogno interrotto solo dalle prime luci del mattino.