I Tangled Thoughts Of Leaving sono quattro musicisti dotati di grande flessibilità e capaci di spaziare dal jazz al post rock senza accettare alcun compromesso. I ragazzi provenienti da Perth amano il drone, i tempi dilatati e la batteria che non deturpa il tessuto strumentale e con il successore di ‘Deaden The Fields’ tentano di conquistare una posizione di privilegio in un movimento oberato da troppe uscite. Fin dalla suite iniziale, ‘The Albanian Sleepover’, si evince l’affiatamento tra Ron Pollard, synth e piano, e Andrew McDonald, chitarra, e l’influenza dei Godspeed You! Black Emperor. La produzione è praticamente identica a quella dell’ep di due anni fa, ‘Failed By Man And Machine’, a dimostrazione che la band non ha alcun bisogno di effetti stratosferici per rendere interessante la propria proposta anche in assenza di parti cantate. Il legame con il debutto è mantenuto dalla title track, più math e meno statica, ma è nei quasi diciannove minuti di ‘Downbeat’, oscura e morbosa, che troverete tutti gli elementi che vi permetteranno di giudicare se questa tipologia di ascolto fa al caso vostro oppure no. Certo è che di formazioni così affabili e duttili nel settore se ne trovano poche e con un po’ di fortuna la collaborazione con la Pelagic Records potrebbe concedere l’esposizione internazionale che finora è mancata.