E' sufficiente l'attacco vocale di 'Old Snow' per capire che questi ragazzi provengono da Reykjavík e che la loro è l'energia che si sprigiona nella terra del ghiaccio e del fuoco descritta tanto bene dai Sigur Rós di 'Kveikur'. Personalmente li ho scoperti ascoltando per caso la reprise di 'Vinur Vina Minna' di Teitur Magnússon e non li ho più abbandonati. 'Coolboy' è il loro esordio discografico, esce per 12 Tónar, il delizioso negozio di dischi che si trova al numero quindici della centrale Skólavörðustígur, e ha tutto quello che serve per rapire il cuore degli appassionati di post rock. Chitarre e tastiere disegnano trame strumentali sognanti sulle quali Úlfur Alexander Einarsson e Júlía Hermannsdóttir posssono regalarci un assaggio del loro talento. Le registrazioni si sono svolte presso I celebri Sundlaugin Studios di Mosfellsbær sotto la supervisione di Birgir Jòn Birgisson e Pétur Ben e mentre 'The Right Amount' e 'Another Day' sono altri due passaggi piuttosto canonici per chi è abituato ad ascoltare questa tipologia di musica, 'Lung Breathers' è un singolo che potrebbe veramente distinguere gli Omaya dall'agguerrita concorrenza mitteleuropea. Lo stile percussivo di Rúnar Örn Marinósson è decisamente originale e cattura subito l'attenzione; inoltre improvvisi deragliamenti noise e ammiccamenti new wave arricchiscono la scaletta che ha il pregio di rivelarsi essenziale e maledettamente efficace in ogni sua parte. Tra qualche giorno potrò finalmente ammirarli dal vivo all'Iceland Airwaves ed a quel punto potrò dirvi se siamo davvero al cospetto di una rivelazione assoluta. Le potenzialità per diventare una band di prima categoria ci sono tutte.