Senza scadere nel ridicolo con estenuanti ed impropri paragoni è interessante vedere in quali direzioni si stanno muovendo Luca Turilli's Rhapsody e Rhapsody Of Fire anche perché in entrambi i casi la qualità della musica proposta si sta imponendo a scapito delle chiacchere e degli inutili commenti sui cambi di line-up avvenuti. 'Into The Legend' è il risultato di due anni di intenso lavoro, registrazioni svoltesi in quattro studi diversi ed un gigantesco lavoro in termini di arrangiamento e produzione. La certezza è che se amate il metal sinfonico e le commistioni tra musica classica, opera e power non riuscirete a togliere quest'album dal vostro stereo per molto tempo. Non aspettatevi filler o passaggi trascurabili perché non ne troverete. Fin dal “principio” la scaletta risulta intrigante e, oltre ai virtuosismi di Alex Staropoli, mette in evidenza la sapienza chitarristica di Roberto De Micheli e la consueta estensione vocale di Fabio Lione. Quest'ultimo è addirittura migliorato negli ultimi anni probabilmente in seguito alle esperienze internazionali che lo hanno allontanato per un po' di tempo dal suo progetto principale. 'Distant Sky' e la title track non hanno bisogno di grandi presentazioni perché corrispondono esattamente a quello che i fan dei Rhapsody chiedono da anni mentre passaggi come 'A Voice In The Cold Wind', 'Shining Star' e 'The Kiss Of Life' segnano una progressione importante rispetto a 'Dark Wings Of Steel' che invece mi aveva deluso parecchio. Al ritrovato affiatamento tra il leader ed il chitarrista si aggiunge la condivisibile scelta di propendere per strutture ritmiche solide ma allo stesso tempo dinamiche, mai finte o “plastificate” come quelle di tante altre uscite del genere. Il suono della batteria è finalmente naturale e l'epica 'Realms Of Light' è la traccia che ne guadagna di più. Il prossimo tour ci dirà se possiamo parlare dell'inizio di una nuova era.