Dolore. Tanto dolore. Visione cupa del mondo e disgusto per l'essere umano. Questo emerge da un album che da mesi circola nelle ristrette cerchie dell'underground black metal come una delle release in grado di scrivere la storia del genere. Una conclusione forse esagerata ma che comunque rende merito al lavoro di Weddir che ha saputo ritagliarsi uno spazio importante in una delle etichette indipendenti più interessanti del momento per chi ama il metal estremo. Nel catalogo della Les Acteurs De l’Ombre Productions abbiamo di recente apprezzato il ritorno dei Regarde Les Hommes Tomber e il debutto dei Dèluge ma in entrambi i casi si trattava di progetti che, pur rimanendo ligi a certe regole non certo commerciali, si aprivano di più nei confronti dell'ascoltatore. In questo caso invece siamo al cospetto di un album refrattario verso tutto e tutti. 'Sheïtan' sembra provenire dalle sessioni di registrazione di 'Terribilis Est Locus Iste' e chi aveva ritenuto quell'opera l'apice malvagio dei transalpini dovrà ricredersi al cospetto di 'All Born Sick' e 'Death Winged Majesty'. Non adatto se state attraversando un periodo di depressione.