Ai tempi di 'Drowning Pool' scrissi che la band in questione era finita al momento della tragica morte di Dave Williams e, dispiace ripetermi, ma le cose non sono cambiate con l'arrivo di Jasen Moreno al posto di Ryan McCombs. Come quell'album, esattamente come 'Resilience', anche 'Hellelujah' si rivela un mediocre e penoso tentativo di recuperare il credito di una volta. 'Sinner' però dista quindici anni, la voce di 'Bodies' non esiste più e gli altri membri non sono mai riusciti a scrivere un singolo che valesse la metà di quello. La scaletta è costruita su continue citazioni che vanno da colleghi in prima linea negli anni d'oro, mi vengono in mente Mudvayne e Godsmack, a band che vanno per la maggiore al giorno d'oggi come Five Finger Death Punch e Stone Sour. Una tristezza infinita col povero malcapitato dietro al microfono che le tenta tutte per fare bella figura e invece rovina anche una ballata scontata come 'Another Name'. 'Drop' e 'My Own Way' altri passaggi che vi faranno venire il mal di stomaco e pregare il cielo che arrivi presto il nuovo album dei Deftones. L'unico a salvarsi nello scempio totale è Mike Luce che tutto sommato se la cava mostrando di essere cresciuto globalmente come musicista.