-Core
Birth
Dardust
INRI
Pubblicato il 08/03/2016 da Lorenzo Becciani
Songs
1. The Wolf
2. A Morgun (Tomorrow)
3. The Never Ending Road
4. Birth
5. Bardaginn (The Battle)
6. Don’t skip (Beautiful Things Always Happen In The End)
7. Take The Crown feat Bloody Beetroots
8. Slow Is The New Loud
9. GranFinale
10. Næturflug (Night Flight)
Songs
1. The Wolf
2. A Morgun (Tomorrow)
3. The Never Ending Road
4. Birth
5. Bardaginn (The Battle)
6. Don’t skip (Beautiful Things Always Happen In The End)
7. Take The Crown feat Bloody Beetroots
8. Slow Is The New Loud
9. GranFinale
10. Næturflug (Night Flight)

Quando ho conosciuto Dario Faini mi è bastato poco per capire che faceva sul serio. Nei suoi occhi non c'era solo la luce di chi ha scoperto nell'Islanda una terra devota esclusivamente all'arte ed alla natura. In quella luce c'era una determinazione che solo pochi musicisti riescono a possedere ed in questo caso siamo al cospetto di un musicista nel vero senso della parola. Pianista, compositore, visionario, talento fuori dal comune, seguace della scena neoclassica eppure dipendente dall'elettronica e da quel mirabile contrasto che produce quando si intreccia con note che potrebbero essere state scritte secoli fa. La concezione del tempo era assente anche in '7', tremendamente attuale in alcuni passaggi eppure sognante e nostalgico in altri, ma stavolta è anche la variabile spazio che incide in maniera drammatica sulla qualità dell'album. Non che a Berlino le temperature siano affatto clementi ma il secondo capitolo della trilogia è stato registrato ai Sundlaugin Studio di Mosfellsbær – in passato sede operativa tra gli altri di Sigur Rós, Damien Rice, Jon Hopkins e Sóley - con il contributo di Vanni Casagrande e la differenza si sente eccome. La scaletta è suddivisa concettualmente in due parti. Cinque brani “slow” che si ricollegano al percorso neoclassico intrapreso col debutto e cinque brani “loud” che anticipano il terzo album che verrà registrato a Londra. Un viaggio che appassiona chi lo sta vivendo così come lo spettatore improvvisamente trascinato nelle ambientazioni di cui ha solamente sentito parlare qualche volta. Dario Faini ha affermato di avere incontrato nei suoi sogni Satie ed averlo portato a ballare al Berghain e sapendo per certo quanto sia difficile entrare nel locale berlinese c'è da credere che pure la più piccola sfumatura di 'Birth' sia stata valutata a fondo. L'impatto di 'The Wolf' è deflagrante quasi come se si trattasse di metal o punk, lasciate che i synth vi entrino dentro e non vorrete più liberarvene. I suoni sono pazzeschi e per una volta beat, glitches e tasti di pianoforte non si confondono come succede in buona parte delle uscite di oggi. Seguono 'A Morgun (Tomorrow)' e 'The Never Ending Road' e le atmosfere di “rottura” tanto care a Ólafur Arnalds e Nils Frahm emergono come l'aurora boreale in una notte trascorsa ad ascoltare Vök, Sturla Atlas, Kiasmos o Sin Fang. Tutto vero. E' successo qualche mese fa e Dardust era presente. Magari ce lo racconterà in fase di intervista ma di certo questo è il diario più avvincente che poteva regalarci. Un quadro che parla a dispetto delle tinte usate per realizzarlo. Un registratore che cattura i suoni della natura, invisibile ai nostri occhi, e di colpo ci riporta a quando facevamo finta di studiare musica ed in realtà odiavamo Mozart o Bach. La splendida title track e 'Take The Crown', scritta in combutta con The Bloody Beetroots, si distinguono come altri due apici assoluti e come i grandi direttori d'orchestra il volo finale è accompagnato da un 'GranFinale'. Quando ho conosciuto Dario Faini mi è bastato poco per capire che faceva sul serio. Proprio vero. Adesso però sono commosso. 

Dardust
From Italia

Discography
7 - 2015
Birth - 2016