Se non sopportate elettronica e coretti pop cambiate pure recensione perché questo album non fa al caso vostro. Nel caso invece siate propensi a sperimentazioni in ambito metalcore non fatevi sfuggire l’occasione di ascoltare queste undici tracce, più tre bonus acustiche, che seguono la pubblicazione del full lenght di debutto, ‘I’, e un paio di EP, ‘Return To Helios’ e ‘Mark On My Soul’. Le novità più significative sono rappresentate dal passaggio a Arising Empire e da una produzione incredibile in grado di evidenziare al massimo le qualità vocali di Eddie Berg. Nello specifico non siamo al cospetto del solito belloccio di turno, tanto trucco e poca sostanza, ma di un frontman giovane e dotato che ha saputo trovare un’alchimia fortissima con i chitarristi Harald Barret e Alex Arnoldsson e nel produttore Simon Peyron (Outrigger) una guida sicura. Il riff portante della title track sarebbe sufficiente per descrivere il guitar work degli svedesi poi partono ‘Diamonds’ e ‘Broken Love’ e la caratura commerciale dell’album emerge lampante. La sezione ritmica, formata da Max Holmberg e Peter Hanström, è piuttosto dinamica e permette al materiale di non apparire mai ottuso e scontato. ‘Daggers’ e ‘Keep Me’ illuminano la parte centrale di un lavoro in studio che potrebbe essere premiato dagli appassionati di metalcore e alternative metal in un periodo storico in cui dal Nord Europa stanno arrivando le risposte più consistenti al monopolio statunitense. Inutile dire poi che gli Imminence hanno tutto ciò che serve per catturare l’interesse delle adolescenti.