I milanesi fanno punk. Anzi fanno post punk. Escono per un’etichetta londinese che sta facendo la storia della neo-psichedelia e può vantare in catalogo band del calibro di White Hills, The Black Angels e Singapore Sling oltre ad acts più giovani come A Victime Of Society e Sonic Jesus. ‘Estasi’ è il loro secondo album e spacca di brutto. Volendo citare la rassegna stampa “il successore di Warsaw viene descritto nel comunicato stampa come guidato da una sezione ritmica incessante, chitarre rissose e a volte gotiche, colpi di vorticosi feedback e una voce torturata e abbaiante. Totalmente primordiale, le dieci tracce di punk psichedelico ricordano un intenso, contundente mix di Drive Like Jehu e Metz con un cenno cupo per i Killing Joke e i Bauhaus.” Una presentazione niente male per un album che abbaia sul serio e che segna la definitiva consacrazione dei The Gluts in ambito internazionale. Per fare bella figura con le vostre amichette sarà sufficiente fare ascoltare loro i singoli ‘Colline Bianche’ e ‘Squirrel’ ma ‘Estasi’ è molto di più. A partire dalle chitarre lancinanti e le atmosfere fumose di ‘Controller’ e ‘Come To Fire’ la band più rumorosa del panorama italiano vi trascinerà in un garage poco raccomandabile, di quelli che piacciono tanto a Boss Hog e Pussy Galore per intenderci, e lì vi percuoterà a suon di riff sporchi e tanto dark. Alcuni stacchi psichedelici rendono il materiale più maturo e vario ma al cospetto dell’impatto deflagrante di questi undici pezzi, registrati al Noise Factory di Milano e mixati da Filippo Strang, certe sfumature passano quasi in secondo piano. Da segnalare la partecipazione di Bazu dei Giöbia in ‘I Realize That I Am Not So Dumb’.