La vostra crescita è stata davvero inesorabile e anche 'The Singularity (Phase I – Neohumanity)' segna un ulteriore progresso stilistico per la band...
Per qualsiasi musicista è sempre complesso parlare del proprio album a ridosso dell'uscita. Sono ancora troppo coinvolto nel processo che è appena terminato per potere esprimere una valutazione lucida. Credo che ci sia qualcosa di comune col passato. Il growl è potentissimo e molto lento come nei primi album mentre le clean vocals sono pop oriented e ricordano alcune uscite metal degli anni ottanta. Le nostre canzoni non erano così prog un tempo anche se da 'Holographic Universe' in poi abbiamo cominciato ad incorporare nuovi elementi nel songwriting.
Quanto è difficile evolversi quando si è già considerati una band all'avanguardia da molti anni?
E' molto complicato. Non ci pensiamo molto comunque. Operiamo ai confini tra death melodico, pop e prog e se stavolta il concept ci ha spinto verso un certo tipo di direzione siamo consapevoli che in futuro torneremo ad essere aggressivi e oscuri.
Come è nata l'idea di un concept sulla singolarità del genere umano?
L'anno scorso all'aeroporto di Francoforte sono rimasto colpito da una discussione tra due uomini di affari che parlavano del futuro dell'umanità. L'ho riferito a Henrik e lui si è occupato di scrivere una storia che verrà svelata nel corso della trilogia. Mi ha girato tre sinopsi in un file di testo e ho cominciato a comporre la musica sapendo come si sarebbero sviluppate le liriche. Inizialmente avevamo pensato di pubblicare tre ep ma ci siamo presto resi conto che la storia era troppo vasta per limitarla a poche canzoni. In generale il concetto di transumanesimo mi affascina moltissimo e credo si capisca anche solo guardando la copertina.
La tua collaborazione con i Kaipa ha in qualche modo influenzato questo album?
Non credo. Con i Kaipa suono e produco le parti di chitarra ma non mi occupo del songwriting. Semmai mi ha aiutato a muovermi in maniera più agile in ambiente prog.
Quanto avete impiegato a completare questa prima parte?
'The Unseen Empire' aveva avuto una gestazione molto più rapida. Stavolta è servito più di un anno per il songwriting. Pensa che l'ultima canzone l'ho scritta due giorni prima che venissero registrate le parti di batteria. Il resto della strumentazione è stata registrata nel mio studio personale. In due settimane abbiamo finito le parti vocali mentre per le tastiere ci sono voluti dieci giorni.
Ti sei occupato anche del mixaggio..
All'inizio era spaventato perché le canzoni sono multistratificate. Dal momento in cui Jonas Kjellgren ha lasciato la band sono diventato l'unico compositore e questo ha aumentato le responsabilità a mio carico. Ho spedito un paio di demo ai migliori ingegneri del suono ma le loro idee non mi hanno entusiasmato. Non era il suono che avevo in mente e quindi ho deciso di fare da me. Il processo è stato molto più creativo rispetto al passato e questo ha sicuramente condizionato la scelta.
Quali sono i pezzi con più layers?
Sicuramente 'Neohuman' nella quale ad un certo punto basso, chitarra acustica, synth, piano e clavicembalo suonano la stessa parte. Anche il coro di 'Limits To Infinity' è decisamente complesso.
Che tipo di chitarra hai usato?
La nuova signature a sette corde che ho realizzato con Ola Strandberg. E' leggerissima, possiede un'ergonomicità eccezionale e tutte le caratteristiche che avevano le mie chitarre preferite. Il reamp è stato effettuato presso lo studio di Ola Englund con lui e Jocke Skog.
Il prossimo capitolo vedrà accentuata la componente industriale?
E' ancora presto per dirlo perché non abbiamo scritto niente però la storia si sta evolvendo in qualcosa di tragico quindi sicuramente le canzoni saranno più violente e old school death. 'Technocalyptic Cybergeddon' fornisce un'idea di quello che succederà.
La passione per la fantascienza si riflette anche su qualche serie televisiva?
Sì sono un grande fan di 'Falling Skies'.
Quali sono i vostri piani per il tour?
Roberth diventerà padre a breve quindi per il momento ci stiamo focalizzando sulle prove e su una presenza massiccia ai festival estivi.
(parole di Per Nilsson)