-Core
Steven Wilson
UK
Pubblicato il 26/04/2015 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto vorrei che introducessi la tua carriera solista con un piccolo commento su ciascun album pubblicato a tuo nome..
'Insurgentes' è stato il mio primo tentativo di confrontarmi con la musica con cui sono cresciuto e quindi post punk, new wave e tante cose che succedevano attorno a me quando ero giovane. Le influenze di Cocteau Twins, Wire, TheCure e Joy Division sono alla base di un approccio che non avevo mai seguito in precedenza. Con 'Grace For Drowning' ho cercato di realizzare un ibrido tra jazz e prog proponendo un album più vario. 'The Raven That Refused to Sing (And Other Stories)' è stato composto e registrato da una band con diversi elementi. E' stato il mio omaggio al prog dei primi anni settanta ed ai concept che hanno segnato la mia appartenenza al genere. Avere una band alle mie spalle ha permesso di infondere alle canzoni un'identità superiore. 'Hand Cannot Erase' è il secondo album registrato con la band ed affronta più aspetti della mia personalità. E' un viaggio musicale piuttosto interessante dove puoi trovare pop, elettronica, riff metal, una lunga suite prog ed anche influenze ambient.

Quando hai cominciato a comporre il nuovo materiale?
Durante l'estate di due anni fa. Mi piace suonare dei pezzi nuovi in tour ed è successo anche nel tour di 'The Raven That Refused to Sing (And Other Stories)'.

Perché stavolta avete registrato agli Air Studios di Londra?
Il soggetto dell'album è legato a quella città. Potrebbe essere trasportato idealmente in vari posti ma nella mia mente è un album centrato nei quartieri più affollati di Londra.

Le liriche sono incentrate sul caso di Joyce Carol Vincent, un esempio toccante di solitudine ed indifferenza nelle metropoli moderne. Hai sperimentato gli stessi sentimenti quando ti sei trasferito a Londra da Hemel Hempstead?
Il sentore è forte. Posso comprendere totalmente come si faccia a scomparire in una città del genere. Sei circondato da milioni di persone di cui non conosci il nome e con cui non parli nemmeno. Spesso anche i vicini non sanno chi sei e puo' succedere anche la medesima cosa nell'ambiente musicale. Vivere in una metropoli incoraggio paura e paranoia. E' per quello che terrorismo e fondamentalismo hanno una base così grande. E' facile provocare il terrore negli individui. I video estratti dall'album sono stati girati in Libano, Danimarca ed Inghilterra per trasmettere un senso di globalità. Nel frattempo sono tornato a Hemel Hempstead.

Eppure so che sei legato a luoghi come Tel Aviv e Città Del Messico. Ci sono altri posti dove ti piacerebbe vivere?
Sicuramente non negli Stati Uniti. Deve essere affinità con le persone e l'ho trovata sia a Tel Aviv che a Città Del Messico ma anche a Santiago del Cile che è stupenda. Mi piacerebbe anche vivere in Italia.

Se ti vuoi trasferire a Pistoia sei il benvenuto...
Pistoia è molto piccola ma stupenda. Sei veramente fortunato e dopo le esperienze vissute al Blues Festival spero di tornarci in vacanza.

Che suono volevi ottenere stavolta?
Più elettronico, industrial per certi versi. Questo perché nell'album ci sono sentimenti come la rabbia, la nostalgia e la solitudine che si trasformano in suoni diversi. L'album precedente era estremamente tecnico e più jazz mentre questo ha seguito una genesi singolare. Per la prima volta mi sono confrontato con la prospettiva di un personaggio femminile e pure avere Ninet Tayeb sull'album rappresenta una novità.

L'elettronica svolge un ruolo importante nell'album. A quale tipo di elettronica ti ispiri in particolare?
Negli anni ho imparato ad amare Aphex Twin e Squarepusher ma trovo molto interessanti anche altri artisti come Wolfgang Voigt, Boards Of Canada, Raime e Vacation Shadow. Questi ultimi escono per un'etichetta davvero interessante come la Hospital Productions. Materiale molto oscuro che ti consiglio di ascoltare.

Ti senti ancora parte del genere prog? Non è diventato limitante per un artista del tuo spessore?
Mi piace la tradizione del prog ed anche in concept degli anni settanta. Sono semplicemente fantastici. Adesso però il prog è una scatola dove tutti inseriscono elementi diversi e non mi piace essere condizionato quando compongo.

Ti sei mai visto in contesti artistici differenti come la pittura, la scultura o la scrittura?
Mi piacerebbe lavorare nel cinema o scrivere libri ma preferisco rimanere nell'ambiente musicale. In ogni caso la componente visuale è fondamentale nella mia proposta e scrivo un blog che mi permette di dare sfogo ai miei pensieri quando voglio.

Stai mixando qualcosa di interessante ultimamente?
Non ho avuto molto tempo a causa del tour ma ho lavorato alla discografia di due grandi band come Tears For Fears e Roxy Music.

Sono previste novità anche per quanto riguarda Bass Communion?
Il box uscito di recente ha chiuso un'era del progetto. Adesso ho pronto un altro album scritto insieme a Thomas Köner. Si tratta di un'unica piece di quarantacinque minuti ed uscirà entro la fine dell'anno.

Mi è piaciuta da matti la tua versione di 'Sign O' The Times' uscita in estate. Hai ascoltato i due nuovi album di Prince? Cosa ne pensi?
Non ho ancora avuto modo ma sono curioso perché ho letto dei commenti positivi. In realtà ho smesso di ascoltare Prince dopo il triplo album. Credo che 'Emancipation' sia stato l'ultimo album che ho acquistato ma negli anni ottanta sono stato un fan accanito e di recente l'ho visto dal vivo ed è stato pazzesco. Credo che il periodo tra 'Purple Rain' e 'Love Sexy' sia il migliore.

 

Steven Wilson
From UK

Discography
Insurgentes (2008)
Grace for Drowning (2011)
The Raven That Refused to Sing (And Other Stories) (2013)
Hand. Cannot. Erase. (2015)
4 1/2 (2016)
To The Bone (2017)
The Future Bites (2021)
The Harmony Codex (2023)