Prima di tutto vorrei che commentassi ciascuna delle vostre release sottolineando la progressione tra esse e la differente produzione che le ha caratterizzate..
Illegimitation – E' il nostro primo demo e conteneva già qualche idea sviluppata in seguito oltre ad un pezzo strumentale. E' stato registrato e mixato nel novembre 2003 presso lo Studio Bullok di Landshut.
Retribution – E' uscito nel 2004 e ha rappresentato un grande passo in avanti. Abbiamo cercato di suonare più tecnici e, anche se non sarà il migliore album del pianeta, è un'istantanea di un passaggio storico della band. Con quell'album abbiamo preso una direzione e l'unico rimpianto è averlo registrato con la batteria elettronica.
Cosmogenesis – Cinque anni più tardi le influenze di Jeroen Paul Thesseling e di conseguenza dei Pestilence hanno cominciato ad emergere. Abbiamo finalmente utilizzato un basso fretless, cosa che avremmo già voluto fare col primo album, e soprattutto abbiamo firmato con Relapse e quindi avuto a disposizione un budget più alto per registrare. Credo si senta perché ha dei suoni molto buoni.
Omnivium – Due anni dopo abbiamo registrato un nuovo album con la stessa line-up ma stavolta ha prevalso l'atmosfera cupa che c'era tra di noi. E' quasi un album black metal e mi ricorda le ultime cose degli Emperor. Disperato, malinconico, pieno di rabbia e ancora molto tecnico.
Akróasis – Abbiamo mantenuto il feeling black metal ma non sempre la medesima velocità. E' un album più vario con la migliore produzione di sempre. Il suono è più organico e naturale.
Quando avete cominciato a comporre i nuovi brani?
All'incirca ad inizio 2013. Durante le sessioni ci siamo separati dal secondo chitarrista e Rafael Trujillo si è unito alla band quando l'album era già pronto. Visto se ce lo stanno chiedendo tutti non è parente del bassista dei Metallica.
Hai notato delle differenze in termini di registrazione e produzione?
Puoi giurarci. Prima di entrare in studio ho cercato di analizzare 'Omnivium' e ho capito che volevo un suono più naturale per la batteria. Per questo ci siamo rivolti ad uno studio di Monaco con una sala di registrazione enorme. L'acustica era grandiosa ed abbiamo scelto dei microfoni particolari per rendere il suono memorabile. E' sempre un album death o comunque di metal estremo ma la produzione ricorda in parte quella degli album rock di fine anni novanta. Non c'è mai confusione e puoi sempre scorgere ciascuno dei musicisti. Il momento più epico è stato quando abbiamo registrato il coro di 'Ode To The Sun'.
A cosa fai riferimento nei testi stavolta? Ti sei ispirato a Schopenhauer, Goethe e Schelling?
Non solo. Non ci sono riferimenti a Schopenhauer in quest'album. Tutto è nato con 'Cosmogenesis' e adesso posso dire di essere veramente orgoglioso delle liriche. In passato non ero capace di scrivere tutto quello che pensavo. Le liriche di 'Akróasis' sono basate sul libro di Hans Kayser e sono multistratificate. Un punto di vista è quello planetario astrofisico, un altro è quello filosofico con riferimenti soprattutto a Goethe ma anche collegamenti a Schelling e Milton, ed infine il terzo è quello religioso con appunti sul cristianesimo, l'induismo e altre forme di culto. Nego l'idea che ci fosse luce prima della creazione. In realtà la luce è un intruso della massa nera primordiale.
Come gestisci gli errori durante le performance live?
In questo ho imparato da Steve Di Giorgio. Sorrido perché sono cose che succedono.
Quante volte provi al giorno?
Due ore al giorno come minimo. Un'ora di tecnica ed il resto provo le canzoni. Qualche volta riesco a ritagliarmi più tempo magari quando devo provare dei pezzi per il tour. Negli scorsi anni ho avuto qualche problema al braccio quindi devo gestire bene il tempo dedicato agli esercizi.
'Sermon Of The Seven Suns' e 'Ode To The Sun' sono incredibili. Prova a recensirle per noi..
La prima è stata scelta come opener perchè è stata la prima canzone scritta per l'album. E' sorretta da un riff che ricorda 'Cosmogenesis' e 'Omnivium' ma la sezione ritmica è completamente avanti. All'inizio sembra immediata ma se provi ad analizzarla perdi la testa. Il coro è inserito in maniera singolare e abbiamo utilizzato ancora una volta il vocoder. Per quanto concerne 'Ode To The Sun', inizialmente non ero sicuro di inserirla nell'album. Avevamo quindici canzoni pronte e ne abbiamo selezionate nove. Avevo dei dubbi perchè è un pezzo diverso dagli altri. Il riff ricorda i Morbid Angel e il coro è fantastico. Per certi versi mi ricorda anche gli Hypocrisy.
Cosa pensi di tutte queste band deathcore americane?
Non è certo il mio genere preferito ma siamo stati in tour con i Carnifex e li rispetto molto.
Ritieni che il djent sia un trend positivo o negativo per il technical death?
Non saprei proprio. Non ascolto certi album.
Hai seguito personalmente il processo di testpressing dell'edizione in vinile?
E' difficile da seguire. Relapse lavora molto sulla qualità e siamo stati coinvolti in tutto il processo di design dei vinili. Mi piace come etichetta perché è molto grande ma si comporta ancora come se lavorasse con band underground.
(parole di Steffen Kummerer)