Prima di tutto vorrei tracciare una breve biografia della band. Come vi siete formati? Quali erano le vostre ambizioni quando sono nati i Casablanca?
Dalla fine del progetto Deasonika io e Stefano avevamo sempre avuto la voglia di band e dopo qualche hanno abbiamo deciso di formarne una. Le coordinate sonore ovviamente non sono distanti, la differenza forse e' una matrice piu' rock/stoner e questo si sente molto nei dischi fin ora pubblicati dai Casablanca. Abbiamo poi incontrato per strada Giovanni Pinizzotto ( bassista ) e , dapprima Filippo Dallinferno ( chitarra ) poi successivamente sostituito da Rosario Lo Monaco .
Perchè avete scelto questo nome?
Piaceva come immaginario ( parlo dell'aspetto cinematografico ) e suonava caldo, desertico e ruvido ma morbido nello stesso tempo. Non e' stato immediato, il disco e' nato prima.
Personalmente ho adorato soprattutto i primi due album dei Deasonika. Qual è il legame con quel progetto oltre alla presenza di due musicisti di allora?
Come ti ho accennato prima ,il legame e' il rock, Deasonika prendeva un po' piu' dalla new wave mentre Casablanca dal rock/blues e stoner. Forse i Casablanca sono piu' diretti mentre i Deasonika piu' introspettivi. Con l'eta' c'e' venuta voglia di accellerare piu' che di rallentare a livello sonoro e credo che in futuro lo sara' ancora di piu'.
Cosa desideravate cambiare o migliorare dopo il debutto?
Sicuramente dal primo Album le differenze sono state nella prima fase l'approccio alla scrittura e all'arrangiamento e nella secoda il missaggio. Abbiamo arrangiato il disco in sala prove, cercando piu' spontaneita' e improvvisazione. Molte canzoni si sono sviluppate e hanno preso la direzione finale proprio suonandole in sala prove, cosa che prima era stata affrontata con piu' distanza. Per il mix ed il suono definitivo volevamo piu' ruvidezza, quasi sporcare alcuni tratti del lavoro.
Siete entrati in studio con queste tracce o ne avete esclusa qualcuna durante il processo? Come avete scelto l'ordine della scaletta?
Si, non e' stato lasciato fuori niente. La scaletta per noi e' sempre fondamentale. Siamo ancora nostalgici e romanticoni, crediamo ancora che un disco vada ascoltato tutto d'un fiato e alla fine debba essere come un filo logico e lasciarti una sensazione frutto di un percorso di ascolto. Non ci piace un ascolto a spot, singolo per singolo, secondo noi non crea identita' nella band.
Che tipologia di suono avete cercato con 'Pace, Violenza O Costume'? Vi siete ispirati a qualche album in particolare?
Non distante dal primo lavoro ma piu' evoluto a livello di scrittura. Gli ascolti del periodo in cui si registra un disco credo diano delle direttive inconsce. Il mio consiglio è quello di ascoltare sempre cose super quando registrate il vostro disco. Ahahaha
Di cosa parlano 'Maschere' e 'Un Taglio In Bocca'? In generale volete trasmettere un messaggio preciso con i vostri testi?
Maschere parla della capacita' delle persone di cambiare a seconda della situazione in cui si trova, anche fingendo di essere chi non si e' veramente fino in fondo. Questo crea una sorta di alienazione collettiva in cui dietro una persona si nasconde un mondo inaspettato, a volte di convenienza. I social sono il biglietto da visita di questo aspetto. Siamo capaci di dire e fare di tutto dietro una tastiera, nella vita reale quella tastiera sono le nostre maschere. Un taglio in bocca parla invece della incapacita' di sottrarsi ad una sofferenza diventata ossessione. A volte soffrire per qualcosa o qualcuno ci porta ad amare quella sensazione perche' ogni volta che la provi sai che quella persona e' vicina.
In alcune tracce sono evidenti influenze stoner e grunge (comunque anni '90) mentre altri passaggi sono oscuri e claustrofobici, mi viene in mente 'Un Punto Di Sutura'; quali sono le vostre influenze maggiori? Percepite un'evoluzione del suono dei Casablanca? In quale direzione vi state muovendo?
Influenzati dagli anni 70 e 90 sicuramente. Il rock di quegli anni era viscerale e vivo, negli ultimi anni si e' sicuramente involuto anche se le produzioni moderne sono luccicanti, ma secondo noi un po' fighette. Credo che la direzione sonora della band percorrera' ancora quella strada, speriamo di non perderci pero'.
Come siete entrati in contatto con Vrec? Quali sono le band che preferite nel roster dell'etichetta?
Abbiamo conosciuto David quando lavorava ancora in Fnac, ha curato alcuni eventi dei Deasonika all' interno degli spazi degli store. Ci siamo ritrovati per una conoscenza comune e sapendo che aveva intrapreso questa nuova avventura ne abbiamo parlato. Da qui la decisione di lavorare insieme.
Com'è stata l'esperienza del videoclip di 'Ti Sto Cercando'? Chi lo ha girato? Dove si sono svolte le riprese? Volete raccontarci qualche aneddoto?
David ci ha messo in contatto con Carlo Tombola, regista Veneto che aveva gia' lavorato con Marlene Kuntz, Afterhours e Subsonica, e quindi con uno scenario musicale vicino ai nostri inizi. Lo abbiamo incontrato e ci ha proposto di coinvolgere la sua classe di tecnica di montaggio dell'accademia di Brera, in quanto docente. L'idea di lavorare con ragazzi giovani ci ha stuzzicato e da li siamo partiti. Abbiamo girato tutto a Milano. Mi ricordo che il primo giorno di riprese ci siamo ritrovati una ventina di diciottenni che ci guardavano e lavoravano con una luce negli occhi che solo un ragazzo di quell'eta' puo' avere. E' stato stimolante e lusinghiero per noi avere a disposizione cosi' tante energie .
Quali sono i vostri prossimi piani?
Usciremo a breve con il nuovo singolo e video e sara' una sorpresa. Poi suonare in tour sara' la priorita'.