Come si è formata la band?
Abbiamo iniziato a suonare insieme tra il 2012 e il 2013. La visione primitiva era essenzialmente cinematografica. Univamo audio e visual in un’ottica da colonna sonora e questo è il motivo per cui lavoriamo ancora con lo stesso light designer e consideriamo il nostro progetto bi-dimensionale. Ad un certo punto ci siamo stufati di usare i computer ed abbiamo reso il live set totalmente analogico. La gente si accorge quando un suono è finto e volevamo qualcosa di organico. Abbiamo di conseguenza cominciato a rispettare le origini dell’elettronica e la vita degli strumenti. Da principio è stato complicato trasportare le nostre idee dal vivo ma poi è diventato sempre più divertente e noi stessi siamo migliorati molto. Ogni tanto le macchine fanno casino e il processo in questa maniera è molto più libero.
Com’è la scena portoghese attualmente?
Oltre a Surma, anche lei presente a Iceland Airwaves, ci sono tanti artisti interessanti che si stanno affermando all’estero. Un’etichetta notevole è la Discotexas che promuove Moulinex, Xinobi e altri dischi di valore. Gli Sturqen si sono misurati sulla dimensione sperimentale e adesso stanno provando qualcosa di diverso. Ma in ambito elettronico ci sono tanti spunti nuovi, commistioni con la musica tropicale e africana.
Di recente avete diffuso i singoli ‘Speed Of Sound’ e ‘Underdog’..
E’ stato un modo di anticipare l’uscita del nuovo album su cui stiamo lavorando da oltre due anni. Sarà un lavoro molto diverso rispetto a ‘Hypertext’.
Qual è la traccia che vi rappresenta di più?
Dall’album precedente abbiamo tirato fuori cinque singoli per le radio ma credo che ‘Rely On’ sia il pezzo che presenta gli Holy Nothing in maniera più completa. Ci sono vibrazioni industriali, influenze tropicali, differenti respiri e retaggi di culture differenti.
Holy Nothing richiama alla mente in prima istanza i Nine Inch Nails. Quale direzione sonora seguirete col prossimo lavoro? Industriale o pop?
Non abbiamo nessun pregiudizio negativo nei confronti della musica popolare. Anzi cerchiamo di fare ascoltare le nostre canzoni a più persone possibili. Quando ci descrivono come synth pop band non ci dispiace ma sinceramente cerchiamo di essere più imprevedibili possibile. Per esempio abbiamo collaborato con i brasiliani BayanaSystem. Un’altra influenza importante è LCD Soundsystem per la capacità di combinare musica dance, elettronica ipnotica e attitudine rock.
Quando uscirà il nuovo album?
Lo abbiamo appena terminato di mixare. Dovrebbe uscire nei primi mesi del prossimo anno. È basato sulle collaborazioni e ci sono quattro produttori diversi. Posso assicurarti che nessuno si attende un album del genere.
Quanto è importante la componente visuale?
Collaboriamo con Bruno Albuquerque da oltre due anni. Mentre suoniamo abbiamo dietro una sorta di film, idee visuali ma allo stesso tempo narrative. Stiamo studiando il modo di produrre immagini in reazione alla musica.
Come siete entrati in contatto con Iceland Airwaves?
L’anno passato abbiamo parlato con alcune persone islandesi a Groningen durante l’edizione di Eurovision Song Contest. È un festival importante e siamo curiosi di vedere i concerti di Superorganism, Olafur Arnalds e Blood Orange.