Il video di ‘Cheyenna’ mi ha riportato alla mente Sons Of Anarchy…
Avevo 19 anni quando sono andato via da casa e la prima sera sono andato al cinema a vedere ‘Easy Rider’. Simboleggia libertà e comunque motociclette e giacchetti di pelle hanno sempre fatto parte del nostro immaginario. Nei primi dischi avevamo le moto dappertutto e naturalmente Sons Of Anarchy è una serie che mi piace molto. Quando abbiamo prodotto ‘Back In Blood’ nello studio di Matt Hyde a Los Angeles, abbiamo conosciuto alcuni degli attori. Avevamo scritto ‘Devil’s Rose’ per la serie col chitarrista dei Monster Magnet ma poi non l’hanno utilizzata. Per quanto riguarda ‘Cheyenna’, è un pezzo che è nato in maniera molto spontanea. Soprattutto il coro. Il nome è latino americano ed un’altra fonte di ispirazione è stata il film ‘Ghost Rider’, sempre con Peter Fonda e Nicolas Cage.
Avete pubblicato tre singoli prima dell’uscita di ‘West End’…
La scelta è caduta su ‘27 & Done’ che è un classico pezzo alla 69 Eyes e su ‘Black Orchid’ e ‘Cheyenna’ che anticipano il mood del nuovo disco. Per ‘Black Orchid’ è uscito un lyric video ma il regista Vicente Cordero è venuto a vederci a Los Angeles e ha filmato alcune parti dello show. Così abbiamo due video in rete. C’erano membri di Faster Pussycat, Prima Donna e DevilDriver e ci siamo divertiti molto. Riguardo al video di ‘Cheyenna’, è curioso che non ci sia la band.
Quante ragazze come Fernanda Hay ti è capitato di incontrare nella vita?
Tante, ma più americane che finlandesi. Quando abbiamo iniziato c’era una gang di motocicliste di Stoccolma che ci supportava parecchio. In generale le donne tatuate e appassionate di moto ci sono sempre piaciute. Basta guardare le copertine ed i libretti dei primi album.
Siete reduci da un tour americano davvero importante..
Dopo ‘Universal Monsters’ mi sono preso del tempo per pubblicare un disco solista e le date di supporto a ‘Helsinki Vampire’ hanno visto coinvolti Diego Ashes Ibarra (DevilDriver, Static-X), Kyle Cunningham (Madlife) e Ace Von Johnson (Faster Pussycat). Dez Fafara è venuto a vederci con la moglie, con cui ha un’agenzia di booking, e mi ha detto che sarebbe stato bello organizzare qualcosa per i 69 Eyes. Non pensavo che sarebbe stato in grado di fissare così tante date. È riuscito a rimettere la band nella mappa del gothic rock americano. È strano perché non siamo una band nuova eppure ci arrivano tantissime richieste. Dopo tre decenni di rock n’ roll siamo più in forma che mai e ‘West End’ non sembra il disco di cinque vecchie caratidi.
Cosa volevate cambiare dopo ‘Universal Monsters’?
Durante le interviste mi sono sentito dire che questo è il nostro album migliore di tutti i tempi mentre ‘Universal Monsters’ forse il peggiore. Non so se siano discorsi di circostanza ma potrebbe essere la verità. Di sicuro ‘West End’ è un disco più focalizzato, basato sulle chitarre e migliore sotto tutti i punti di vista. Penso a quando pubblicammo ‘Devils’, quindici anni fa, con l’obiettivo di conquistare gli Stati Uniti! ‘Lost Boys’ in effetti ebbe parecchio riscontro su MTV ma adesso è venuto il momento di tornare! Quando iniziammo, gli Hanoi Rocks si erano appena sciolti e gli Smack si erano trasferiti negli Stati Uniti. ‘Savage Garden’ e ‘Wrap Your Toubles In Dreams’ nacquero con questo grande desiderio di emigrare e fare fortuna nel mercato statunitense.
Per me rimane il vostro periodo migliore…
Può essere che sia vero! Eravamo entusiasti e c’era una grande scena gothic in Finlandia all’epoca. Band come H.I.M., Sentenced, Charon, To Die For… Adesso siamo rimasti solo noi. Ci sentiamo un po' soli.
Come è nata ‘Death Desire’?
È una canzone piuttosto semplice. All’inizio pensavo fosse destinata ad essere una b-side poi Johnny Lee Michaels ci ha aggiunto le tastiere e ha realizzato un arrangiamento orchestrale magnifico. È cresciuta con il passare dei mesi e adesso è una delle tracce migliori dell’album. Il testo parla delle persone che si augurano di morire. Puoi bruciare all’inferno ma non puoi evitare quello che accade nella vita. È meglio imparare ad amare sfortuna e eventi sfavorevoli invece di sperare in una vita fittizia. Novembre arriva per tutti.
Com’è la scena ad Helsinki attualmente?
Ho cinquant’anni e non esco più come prima. Fino ad una decina di anni fa facevo ancora il dj nei locali ma ora non c’è più niente per me. Sono andato a vedere Bob Dylan e Slayer ma poco altro. Solo Michael Monroe della mia era sta ancora facendo qualcosa. Le uniche cose interessanti che ho sentito sono Queens Of The Stone Age e The Raconteurs. ‘Help Us Stranger’ è il disco dell’anno per quanto mi riguarda. In ogni caso quando voglio trascorrere una bella serata prendo un volo e vado a Los Angeles dove ho tutti i miei amici.
Come vi trovate con Nuclear Blast?
Molto bene. Ci sono poche etichette ancora attive e mi piace il fatto che in catalogo abbiano band come Slayer e Cradle Of Filth. Danno tempo alle band di crescere e anche questo è importante.
(parole di Jirki 69)