‘The Hunger’ è un celebre film di Tony Scott, con David Bowie nel cast tra l’altro, che viene aperto da una performance dei Bauhaus. É stata questa la fonte di ispirazione per il titolo dell’album?
No, è solo una coincidenza. Il titolo ‘Hunger’ è l’espressione di un desiderio e di una brama di lusso e abbondanza. Abbiamo scelto di nominare ogni album con una sola parola. Una parola che riassume tutto ciò che vogliamo esprimere con le canzoni e che vi guida dall’inizio alla fine.
Cosa volevate esprimere a livello lirico stavolta?
Direi che ci sono più sfumature politiche in quest’album. Guardando al passato, ho notato maggiore riconciliazione e accettazione dei miei errori e delle delusioni che ho subito nel corso della vita. Molti sogni sono evaporati in aria. Penso che gli anni della pandemia abbiano innescato qualcosa che mi ha ricordato le perdite e i sogni che non si sono mai avverati. Abbiamo pubblicato ‘Machine’ lo stesso giorno in cui il mondo è entrato in lockdown. Nella press sheet diciamo che l’album è un barlume di luce in confronto agli altri, ma ciò riguarda soprattutto la musica e non i testi. È un album più positivo, ma non parliamo certo di sole, biscotti o limonate.
Quando avete iniziato a comporre il nuovo materiale? Cosa volevate cambiare dopo ‘Machine’?
Sento ancora di aver perso qualcosa di speciale. Tutto il lavoro che c’è stato dietro a ‘Machine’ ha significato molto per la band. Nonostante il momento complicato e una situazione decisamente diversa dal solito, abbiamo provato a promuoverlo con due video, abbiamo pubblicato un’outtake, ‘When You’re Gone’, e organizzato dei live stream. Purtroppo l’album non ha venduto molto. I vari lockdown lo hanno ucciso, ma non potevamo comunque fermarci. Sapevamo di avere dato alla luce un bel bambino e dovevamo farlo vedere in qualche modo. Alla fine del 2020 è stato chiaro che ‘Machine’ sarebbe diventato l’album perduto e quindi abbiamo iniziato a lavorare a ‘Hunger’, dopo aver registrato il progetto di cover ‘Horsemen’, tra gennaio-febbraio 2021. Non volevamo migliorare niente, abbiamo solo cercato un suono più caldo e organico rispetto a ‘Machine’.
Dove avete registrato? Avete seguito dei tempate in termini di produzione e mixaggio?
Abbiamo registrato l’album al Kapsylen di Stoccolma, con l’aiuto di Jörgen Wall. E’ un batterista piuttosto noto e ha uno studio che faceva al caso nostro. Alcune parti di chitarra e le voci le abbiamo registrate nei nostri studi personali. Abbiamo affidato il mixaggio a Tom van Heesch, perchè aveva prodotto ‘Blood’ e quindi conosceva la band ed il nostro suono.
Qual è stato il momento più eccitante delle sessioni di registrazione?
Registrare ‘Blood Runs Cold’ è stato divertente. Abbiamo scherzato parecchio mentre la registravamo ed è una delle mie tracce preferite.
Qual è la traccia che ha guidato tutto il processo?
Direi ‘Tickets To Funerals’. Il riff era nel primo demo dell’album. Però non funzionava e quindi lo avevamo messo da parte. Abbiamo registrato altri demo ed è venuta fuori ‘Tickets To Funerals’, con lo stesso riff. E’ stato Hugo ad accorgersene e quindi abbiamo chiuso una sorta di ciclo.
Prova a recensire ‘Cold From Inside’ e ‘Blood Runs Cold’ per i nostri lettori…
‘Cold From Inside’ parla di combattere la malinconia. Per tanto tempo ho dovuto forzare me stesso ad immaginare un futuro luminoso. Sono stupito di quanto si possa fingere e dire a sè stessi che andrà tutto bene... anche se il momento è più oscuro di qualsiasi altra cosa. La luce nel tunnel è stata davvero molto modesta e sfocata per un po' di tempo. Ho cercato di mantenere il solito stile di vita. Ascoltavo musica ad alto volume a casa. Ho bevuto... forse troppo ad un certo punto e ho fatto musica, musica, musica... Ero di umore maniacale. ‘Blood Runs Cold’ invece l’ho scritta nell’aprile del 2020. Non sapevamo cosa sarebbe successo con il virus. E’ la traccia piu’ vecchia di ‘Hunger’.
Come è nata la collaborazione con Karolina Engdahl per ‘Chain’?
Ci eravamo trovati molto bene per ‘Ritual’ e quindi quando abbiamo avuto bisogno di una voce femminile per ‘Chain’ non è stato difficile pensare a lei. Ho sempre voluto registrare qualcosa che prendesse in prestito il concept di ‘Gimme Shelter’ dei Rolling Stones, con una voce femminile disperata sullo sfondo.
So che ami D.A.F., Killing Joke e Pankow. Hai ascoltato qualcosa di interessante in termini di EBM e industrial?
Stavolta non è stata la principale ispirazione sonora, ma naturalmente l’EBM e l’industrial fanno sempre parte delle nostre playlist.
Cosa pensi che i Then Comes Silence possano offrire di diverso rispetto a tanti altri gruppi post-punk o dark?
Belle canzoni e rock n’ roll. Le nostre canzoni hanno una struttura classica. Sperimentiamo con gli accordi e cerchiamo di scoprire delle belle armonie ma quando costruiamo versi, cori e bridge pensiamo alle canzoni pop. Molti artisti nella scena dark sono piu’ preoccupati ad avere uno stile preciso piuttosto che scrivere canzoni valide. Questo finisce per rendere il loro sound simile, anche se spesso è quello che vogliono i fan.
Prova infine a lasciare un breve commento su ogni vizio capitale, a seconda delle tue esperienze personali e musicali..
Lussuria – E’ l’ingrediente principale.
Ingordigia – Se eccessiva non è salutare.
Avidità – Ce n’è troppa nel music business.
Accidia – E’ facile caderci quando ci sono troppe feste in giro.
Superbia – E’ importante essere orgogliosi di sè stessi e non lasciare che nessuno ti dica che fai schifo.
Ira – Siamo tutti esseri umani alla fine.
Invidia – Non aiuta.. ma odio vedere qualcuno che non merita il successo che ha ottenuto.
(parole di Alex Svenson)