Ciao Gabriele, come stai?
Bene dai, però la Svizzera è stata appena eliminata dai mondiali..
Guarda, sono convinto che se il Portogallo avesse lasciato in campo Ronaldo ve la sareste giocata perché adesso va a due all’ora.
Probabilmente sì, ma abbiamo preso dei gol stupidi.
Perché avete pubblicato un EP in questo preciso momento della vostra carriera?
Un po’ perché stiamo scrivendo tanto in questo periodo. Poi abbiamo pensato che fosse la cosa giusta pubblicare qualcosa invece di aspettare di avere materiale per un full lenght. L’idea era di continuare nella direzione di ‘Break The Rules’.
Una scelta in linea con quanto richiesto dai servizi streaming di oggi che chiedono soprattutto singoli e non dischi interi.
Credo sia importante avere continuità. Se non esci per sei mesi o un anno, il pubblico comincia a chiedersi dove sei finito. Non ci è mai mancato il sostegno delle persone e questo è fondamentale per scrivere musica e cercare di migliorarsi.
Come è iniziato il progetto?
Essendo fratelli, io e Ivan suoniamo insieme da sempre. Inizialmente avevamo due progetti diversi, poi è venuto naturale unire le forze. Abbiamo formato gli Infinity e poi i Sinplus, suonando in cantina come tutti. Un giorno abbiamo deciso di partecipare ad un concorso che avrebbe portato a Eurovision Song Contest, ma senza troppe aspettative. Invece abbiamo vinto e abbiamo rappresentato la Svizzera a Baku, Azerbaijan.
Tra l’altro quell’anno ha vinto Loreen...
La adoro. ‘Euphoria’ è una delle canzoni più belle di sempre della manifestazione. L’abbiamo incontrata di nuovo a Torino, all’Eurovision di quest’anno dove siamo stati invitati come ospiti.
Quindi dalla cantina vi siete trovati davanti a milioni di spettatori.
Sì, è stato assurdo. A quel punto abbiamo deciso di impegnarci a fondo ed è uscito il primo album ‘Disinformation’. Non avevamo un produttore e quindi era un po’ acerbo, ma è andato comunque bene. Nel 2014, per ‘Up To Me’, siamo andati a registrare a Londra con un produttore, ma non siamo rimasti troppo contenti del risultato. D’altra parte quando devi confrontarti con qualcuno di esterno non è sempre facile trovare il giusto equilibrio. Quell’album ci ha in ogni caso portato a vincere un MTV Award come Best Swiss Act ed a suonare con i Roxette. Dopo è uscito ‘This Is What We Are’ e in quel caso ci siamo sentiti un po’ persi. Come musicista cerchi di sopravvivere e di conseguenza scendi a qualche compromesso di troppo. Visto che non ci ritrovavamo più abbiamo pensato di tornare alle radici, ad un rock n’ roll istintivo incurante delle radio, e così è nato ‘Break The Rules’. Su ‘This Is What We Are’ c’è comunque una delle nostre canzoni più belle ovvero ‘Y&I’, per la quale abbiamo girato un video a Los Angeles con Mickey Shiloh.
Probabilmente hai già risposto, ma ti chiedo se ‘Waiting For The Dawn’ rappresenta al meglio il suono dei Sinplus di oggi. A volte gli EP possono essere pubblicati per sperimentare o per immettere sul mercato qualche canzone che è rimasta fuori dall’album precedente..
Sì, assolutamente. Come ‘Break The Rules’ del resto. Le canzoni sono decisamente guitar driven e questo in leggera controtendenza con quello che si sente oggi in circolazione. Le persone non sono quasi più abituate a sentire i quattro strumenti perché tutto è spesso stratificato e prodotto in maniera eccessiva. Noi abbiamo fatto il passo inverso, preferendo l’essenzialità in ottica live. Una novità è rappresentata dal bassista Matteo Bassi, che ci segue anche dal vivo, e ci ha supportato in fase di produzione e arrangiamento.
Come è nata l’ispirazione per ‘Wildflower’?
É stato il primo singolo che abbiamo pubblicato dopo l’album. Anche questo canzone è nata durante la pandemia e l’ispirazione è nata da quello che abbiamo intorno. Ogni tanto è importante ascoltare la natura e per questo è molto tribale, istintiva e energica.
Avete delle affinità con qualche gruppo italiano in particolare?
Posso dirti che da ragazzo cantavo i pezzi dei Litfiba. Soprattutto quelli del primo periodo.
Che rapporto hai con tuo fratello?
Ormai suoniamo insieme da così tanto tempo che non ci facciamo più caso. A volte componiamo insieme ed a volte separati. Non c’è una regola precisa ed è un processo molto naturale. A volte litighiamo anche, magari dopo tante ore passate in studio perché ci intestardiamo su un suono. Però poi dopo mezz’ora è finito tutto.
Qual è stato il momento più bello in carriera finora?
Forse l’apparizione al Moon And Stars Festival con i Roxette. Era il 2015 e avevamo sempre sognato di esibirci su quel palco. Pensa però che nostra sorella ci è riuscita l’anno prima. Suonavano i Green Day e si è fatta catapultare sul palco con loro.
(parole di Gabriele Broggini)