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Threshold
UK
Pubblicato il 19/12/2022 da Lorenzo Becciani

Ormai ci avete abituati a release di elevata qualità, quindi non ci ha certamente sorpreso lo spessore di ‘Dividing Lines’. Com’è stato però il processo?
È stato abbastanza lungo ma non necessariamente a causa della pandemia. Le operazioni sono iniziate nei primi mesi del 2020, quando era già abbastanza chiaro che i tour sarebbero stati cancellati. Venivamo da un anno e mezzo di tour per ‘Legend Of The Shrines’ e l’atmosfera era ottima. È stato un bel tour, abbiamo visitato nazioni dove non eravamo mai stati ed il ritorno di Glynn Morgan è stato positivo sotto tutti gli aspetti.

Come è stato il supporto della label in questo periodo?
Con Nuclear Blast c’è un sodalizio che dura da tempo e ci troviamo molto bene. Il nostro ingresso nel roster della label fu piuttosto casuale. Stavano valutando di mettere sotto contratto gli Edenbridge e così parlarono anche con me. Andando avanti nella discussione venne fuori che erano più interessati ai Threshold e così pubblicarono ‘Dead Reckoning’. Da quel momento ci sono sempre stati vicini e con loro abbiamo programmato anche un consistente piano di ristampe, per il quale sto curando tuttora i nuovi mixaggi.

‘Dividing Lines’ è abbastanza diverso dai dischi precedenti, se non altro perché il concept è meno chiaro..
Quando abbiamo cominciato a pensare al successore di ‘Legend Of The Shrines’, abbiamo posto una struttura base ma per il resto non ci siamo posti alcun limiti. Il legame più evidente è con ‘For The Journey’, perché in entrambi i casi le liriche hanno un carattere politico spiccato. Il nostro obiettivo è in ogni caso di non ripeterci e in studio c’è grande libertà. Quando proviamo cerchiamo sempre un sound diverso di chitarra e batteria, ma stavolta abbiamo impiegato molto tempo anche a curare le atmosfere. 

Qual è la traccia chiave?
Abbiamo scelto ‘Silenced’ come singolo per proporre qualcosa di diverso dal solito. É un pezzo carico di groove e con il vocoder che rende il sound meccanico. Non c’è comunque una traccia chiave perché tutte hanno grande importanza e si completano a vicenda.

Avete iniziato a fine anni ‘80. Quali sono stati gli highlight finora?
La ristampa del catalogo da parte di Nuclear Blast  mi ha permesso di guardare indietro e giudicare in maniera migliore il nostro percorso. Negli anni abbiamo cambiato spesso line-up e di conseguenza ogni periodo ha le sue peculiarità. Sono molto legato ai primi anni con Damian Wilson e Jon Geary. Non avevamo idea di dove saremmo potuti arrivare ma l’atmosfera all’interno della band era fantastica. Con il passare degli anni siamo diventati più professionali e posso dirti che un’esperienza unica è stato il concerto che abbiamo fatto a Helsinki. Non ci eravamo mai stati e vedere tutte quelle persone che sapevano i nostri testi a memoria ci ha messo i brividi.

Qual è il vostro bestseller?
‘Dead Reckoning’ ha venduto circa il venticinque per cento in più degli altri dischi ma con l’avvento dello streaming è difficile quantificare le vendite come prima. Vedendo i dati della Nuclear Blast, ‘Legend Of The Shrines’ è andato bene.  

Quando valutate le statistiche, notate anche dei fan nuovi oppure è quasi sempre la vecchia fanbase a comprare i vostri dischi?
Soprattutto i vecchi fan. Quando giriamo in tour magari il pubblico si differenzia un po’, ma troviamo gente che c’è sempre stata e l’ottanta per cento circa delle nostre vendite riguarda il mercato europeo.

Trovi che il progressive metal sia cambiato in tutti questi anni?
Quando abbiamo iniziato non c’era un genere preciso. C’erano solamente band come Fates Warning o Queensrÿche che ci piacevano. Io e l’altro chitarrista amavamo il metal e band come Metallica e Testament, il nostro bassista era appassionato di Rush e Pink Floyd e così abbiamo cercato di unire le nostre influenze. Negli anni ‘90 prog metal è diventato un modo per definire musica complessa dal punto di vista tecnico. Adesso non so più se abbia senso usarlo, ma per noi cambia poco. Credo che si possa definire la nostra musica in base ai cantanti che si sono alternati al microfono e siamo orgogliosi di avere avuto la possibilità di lavorare con professionisti come Damian Wilson, Glynn Morgan e Andrew “Mac” McDermott.

(parole di Karl Groom)

Threshold
From UK

Discography
Wounded Land (1993)
Psychedelicatessen (1994)
Extinct Instinct (1997)
Clone (1998)
Hypothetical (2001)
Critical Mass (2002)
Subsurface (2004)
Dead Reckoning (2007)
March Of Progress (2012)
For The Journey (2014)
Legends Of The Shires (2017)
Dividing Lines (2022)