Come nascono i Vegas On Bass?
Il gruppo nasce un po’ alla vecchia maniera, dall’incontro tra Luca e Adriano attraverso un annuncio su Villaggio Musicale due anni fa. Di seguito si è aggiunto un amico comune ovvero Gigi, al basso, e infine Lorenzo, fratello di Adriano, alla chitarra.
Qual è la vostra base? Dove avete la sala prove?
Il gruppo è abbastanza eterogeneo. Siamo un bolognese, un pugliese e due toscani, ma la base è a Bologna. Le prove le facciamo nel nostro garage che abbiamo insonorizzato e attrezzato anche per registrare, nonostante ci capiti di suonare in giro per Bologna per salutare vecchi amici.
Vi siete ispirati a qualche band in particolare oppure avete cercato fin da subito di avere un suono personale?
La cosa bella è che non c’è stato bisogno di confrontarci per decidere cosa fare. Eravamo tutti d’accordo sul fatto che ci fosse bisogno di fare bella musica, qualcosa di diverso e di innovativo. Cercare di scrivere pezzi con dell’energia, con dei groove serrati e belle melodie. Insomma, uscire dalla solita musica indie italiana un po’ depressa. Abbiamo tutti gusti musicali opposti. Gigi ama il cantautorato, Lorenzo viene dal mondo dell’elettronica, Luca ama il rock vecchia scuola e Adriano un rock più moderno. Questa fusione sicuramente ci ha aiutato.
Quando avete cominciato a scrivere i pezzi di ‘Circle’?
Le quattro tracce che abbiamo deciso di inserire nell’EP sono tra i primi pezzi che abbiamo scritto e sono nate nel periodo iniziale, dove siamo partiti con una grandissima energia creativa.
Ce n’è uno in particolare che ha guidato tutto il processo?
‘Out Of Order’ è stato il primo pezzo che ci ha dato grande soddisfazione. Racchiude in sé tutte le nostre caratteristiche; ovvero, batteria bella tirata con hh in levare, riff di chitarra loopposo e melodia dritta in faccia.
Dove avete registrato l’EP? Cosa volevate ottenere in termini di produzione e mixaggio?
Le batterie dell’EP sono state registrate presso il Subcave Studio di Bologna, un punto di riferimento per molti gruppi che fanno musica. Chitarra, basso e voce sono, invece, stati registrati nella nostra sala prove. La produzione è stata curata da Lorenzo, il quale ha una grande esperienza come produttore. Siamo soddisfatti del lavoro ottenuto, volevamo un prodotto che avesse delle sonorità decise con un pizzico di elettronica ma che soprattutto rispecchiasse l’energia costruita in fase di composizione.
Provate adesso a recensire le quattro tracce dell’EP con quattro righe al massimo a disposizione per ciascuna di esse.
‘Out Of Order’ - La canzone parla di libertà di espressione e di se stessi, con un tocco scherzoso. Si concentra sulla ricerca di emancipazione dalle catene imposte dagli altri, con un'energia leggera e un'aggressione giocosa. ("Non puoi trattenere ciò che sono").
‘Comeback’ - Il brano riflette sul periodo successivo alla fine di una relazione, con un tono sarcastico e arrabbiato. Nonostante la tentazione di far tornare la persona dopo tutto il caos, l'ex è dannoso e non si desidera realmente il suo ritorno. La mancanza è presente, ma la consapevolezza del danno causato prevale.
‘Fall For Nothing’ - Parla di essere smarriti nella società attraverso un dialogo interiore tra la parte attiva che prende il controllo della propria vita e quella che segue la narrativa della società. Il brano esplora il crollo emotivo e la perdita di senso nella routine impostaci dalla società, ma offre anche speranza e rabbia, insieme a un rifiuto di questo stile di vita.
‘This Time’ - Il brano parla delle promesse vuote di un collaboratore (ex membro della band). Della sua arroganza e mancanza di comunicazione. La decisione è che sia il momento di andare avanti: c'è leggerezza e ottimismo nel farlo.
Oltre ai Tersø ci sono altre band che ci tenete a consigliare?
Sicuramente i Tersø sono in cima alla lista! Oltre a loro in questi mesi abbiamo avuto la possibilità di suonare con altre band in giro per l’Italia e una in particolare ci è rimasta impressa. Anche se molto lontana dal nostro genere, i Milano Sport, con i quali abbiamo condiviso il palco questa estate, sono un gruppo pieno di energia che vive il live come un momento di show e di coinvolgimento totale con il pubblico.
Perché avete scelto proprio il Covo per il release party dell’EP?
La risposta più ovvia sarebbe: “il Covo è uno dei locali più cool d’Italia”, ma la storia tra i Vegas On Bass e il Covo nasce circa un anno fa. Possiamo dire che tutto è iniziato al Covo. Mi spiego meglio. Fin da quando ci siamo conosciuti come gruppo abbiamo preso l’abitudine di andare spesso al Covo nel weekend per ascoltare nuove proposte live e fare una birretta. Così, una sera dell’inverno scorso, nonostante avessimo solo 6/7 mesi di vita decidemmo di chiedere se ci fosse la possibilità di suonare live. Solita risposta: mandate una mail, etc... Fino a quando un bel giorno vediamo su IG che annunciano il live degli Hot Garbage, un gruppo canadese molto interessante, che consiglio a tutti. Decidiamo così di scrivere e autocandidarci per l’apertura e riceviamo luce verde. Ti confesso che lì qualcosa è successo, è stata un’iniezione di fiducia per tutti. Pensare di salire sul palco di uno dei locali storici della scena indipendente italiana, dopo appena 6/7 mesi di vita, per noi era un sogno. La serata è stata un successo, locale pieno, pubblico entusiasta e da lì è nato un rapporto di amicizia che continua; per questo la scelta del locale in realtà è stata molto facile. Qui permettimi di fare i complimenti a questi ragazzi perché fanno un lavoro straordinario, tanta ricerca, tante nuove proposte dando spazio anche a chi non ha un booking (per fortuna ahaha).
State già lavorando al primo full lenght? State cercando un’etichetta per pubblicarlo o pensate di continuare a rimanere indipendenti?
Rimanere indipendenti è una bella fatica! Nel senso che noi al momento stiamo facendo tutto da soli e ci sono tante attività che assorbono moltissimo tempo, una su tutte trovare delle date dove suonare. Abbiamo appena organizzato la prima parte del nostro tour di presentazione dell’EP che ci ha già portato a Trento e ci porterà a Bologna, Milano, Rimini e Vicenza e stiamo già lavorando per le date estive. Il disco è già pronto e vorremmo farlo uscire entro la fine dell’anno, ci piacerebbe tanto trovare un’etichetta che ci aiutasse a promuovere il nostro lavoro.
Avete suonato a Londra e ciò non è così comune per una band italiana all’esordio. Come è stata l’esperienza? Quali sono i locali che vi hanno più impressionato?
La scelta di andare a fare un paio di date a Londra è nata quasi per gioco. La data al Covo e le date che abbiamo fatto la scorsa estate ci hanno dato tanta fiducia e un po’ tutti ci hanno detto che abbiamo uno stile non proprio italiano. Così ci siamo detti, proviamo a vedere oltre manica cosa ne pensano e abbiamo mandato qualche mail in alcuni club. Abbiamo ricevuto alcune risposte e siamo partiti. Ovviamente è stata un’esperienza folle. Abbiamo avuto la fortuna di suonare in un paio di club nell’est-end con altre band ed è stato incredibile. Anche la risposta del pubblico è stata bellissima, gente che ha saltato e ballato tutto il concerto che è rimasta con noi anche dopo il live a chiacchierare. Anche i promoter della serata sono stati molto contenti e stiamo già organizzando con loro il ritorno in primavera, e non vediamo l’ora. Possiamo dire che è stata un’esperienza che ci da tanta consapevolezza del nostro lavoro. Ricevere dei complimenti dal pubblico inglese a Londra ha sicuramente un peso specifico maggiore se si parla di musica rock.
Che differenza c’è tra il pubblico inglese e quello italiano?
Se devo proprio trovare una differenza forse è la curiosità, nel senso che abbiamo fatto un live con un gruppo di Bristol e il locale era praticamente sold out. Quindi la gente, nonostante abbia una scelta infinita di proposte per il week end va comunque a vedere anche gruppi non locali e veramente underground. Quindi direi curiosità per gruppi nuovi e anche fiducia nelle scelte dei locali. A parte questo un pubblico caldo e scatenato come si vede anche da noi.
Quali sono i dischi che vi sono piaciuti di più di recente?
Diciamo che come gruppo abbiamo gusti abbastanza diversi, ma una band che un po’ ci mette tutti d’accordo sono i Nothing But Thieves, anche se il disco uscito nel 2023 non è uno dei migliori. Invece l’ultimo Queen Of The Stone Age è molto bello.