Come stai Bryan? Ti vedo in grande forma!
Non mi lamento grazie. Ci sto lavorando.
Mentre aspettavo l’intervista ho notato sulla tua pagina Instagram che hai da poco pubblicato un singolo solista. Stai pensando di registrare un album intero?
Al momento no. L’idea è di pubblicare qualche singolo di tanto in tanto. Ho deciso di riprendere ‘Take It Easy’ degli Eagles e mi sono fatto aiutare da Chris Lord-Alge per il mixaggio. Sono canzoni che non vanno bene né per i The Union Underground né per i Cult To Follow. Ho anche qualche strumentale da parte.
Quando ho ricevuto la notizia del tour con Soil, Flaw e Ra sono letteralmente impazzito e ho chiesto subito questa intervista. Come è nata l’idea?
L’idea è venuta a me e Tim King dei Soil. Siamo grandi amici e, ricordando l’esperienza all’Ozzfest, abbiamo pensato di provare ad organizzare qualcosa di simile. Non è stato semplice ma dopo un paio di anni ci siamo riusciti. La line-up del tour è spettacolare e non vediamo l’ora di partire. La prima data sarà a San Antonio e l’ultima nell’Illinois.
Ritieni che questo tour sia la prova che certe sonorità stanno tornando di moda oppure è semplicemente un grande tour con quattro band di valore?
Credo che la tempistica sia giusta. In questo periodo si percepisce un ritorno di certe sonorità, anche perché alla fine tutta la musica segue dei cicli. Non lo abbiamo organizzato per questo comunque. In passato i The Union Underground hanno provato a tornare insieme un paio di volte, ma non è andata bene. Stavolta sembra l’occasione giusta per dimostrare che non siamo finiti. Alla fine del tour ci metteremo a lavoro per completare un nuovo album, che ho in mente da parecchio.
Perché avete scelto proprio i Flaw ed i Ra come support band?
Con i Flaw siamo amici da tempo ed il nostro debutto è uscito quasi in contemporanea con il loro. I Ra invece li conoscevo meno, ma quando si è profilata la possibilità di averli in tour li ho ascoltati meglio e mi sono piaciuti molto. Credo rappresentino una grande aggiunta ad un bill importante.
Personalmente trovo che siano tutte band sottostimate.
Sì, probabilmente è così. Ogni band ha la sua storia e nonostante una fanbase molto fedele non siamo riusciti a sfondare come forse avremmo potuto. Questo tour sarà anche un modo per dimostrare il nostro valore.
Avete preparato qualcosa di speciale per il tour?
Suoneremo per intero ‘..An Education In Rebellion’, poi suoneremo ‘Across The Nation’ e anche un paio di canzoni inedite. Non vogliamo ancora svelare troppo del nuovo album. In estate torneremo in studio, dovremmo essere a qualche festival e poi a Novembre avremo delle altre date con i Soil nel Regno Unito.
Quali sono i ricordi più belli delle sessioni di ‘..An Education In Rebellion’?
Credo che il nostro debutto sia un eclettico mix di canzoni. Amo quell’album anche perché è il primo album con cui mi sono mostrato al mondo. La sua varietà era piuttosto rara da trovare in circolazione in quel periodo perché quasi tutte le band debuttavano con dieci canzoni più o meno uguali. Il nu metal era da poco esploso grazie a Korn, Deftones e Limp Bizkit e noi provammo a mischiare quelle influenze con l’industrial.
Infatti di quel periodo si ricordano grandi band come Videodrone, Deadsy e Adema.
Credevamo tutti di potere vendere milioni di copie, ma a mio parere ‘..An Education In Rebellion’ è ancora oggi un disco sperimentale e moderno. Sto facendo di tutto perché il nuovo album rappresenti una continuazione di quel sound, con una produzione aggiornata.
Quando produceste il primo lavoro eravate molto giovani eppure faceste quasi tutto da soli.
In pratica l’ottanta per cento del materiale. Ho sempre amato stare in studio. Il resto lo fecero Don Gilmore e Ulrich Wild.
Quello che successe con Portrait Records ha dell’incredibile. Possibile che non abbiate ricevuto altre offerte all’epoca?
Le offerte arrivarono, ma sentivamo che il progetto era giunto al termine.
Cosa ricordi del tour con Marilyn Manson?
É stato divertente vedere il suo show dall’interno. Era totalmente folle all’epoca e tante storie che si raccontano erano vere. Le sue esibizioni all’Ozzfest crearono proteste e dimostrazioni ovunque. Personalmente l’ho sempre stimato perché è una persona in grado di comporre quando necessario.
E dopo lo split con i The Union Underground invece cosa accadde?
Per circa dieci anni mi sono concentrato sui Cult To Follow, che sono ancora attivi. Uscirà un nuovo singolo in estate e probabilmente pubblicheremo qualcos’altro. Con Tim invece abbiamo scritto un paio di pezzi insieme come Into The Fire. Con noi c’erano anche Adam Zadel dei Soil e Will Hunt degli Evanescence, ma non è uscito niente perché non abbiamo mai avuto abbastanza materiale.
Prima di sciogliervi uscì ‘Across The Nation’ ed il riscontro fu enorme.
Non sono mai stato un grande appassionato di wrestling. Se mi chiedi qualche nome di lottatore mi ricordo solo quelli più importanti. Il rapporto con la WWE però fu divertente. Di recente hanno siglato un accordo con Netflix e questo potrebbe aprire un nuovo mercato. Magari torneremo a collaborare in futuro.
(parole di Bryan Scott)