Intanto come siete arrivati al contratto con Cyclone Empire? Lo considerate un ridimensionamento dopo che il primo disco è uscito per Candlelight Records?Quando firmammo con la Candlelight Records eravamo veramente entusiasti, visto che è una label con un nome importante e noi eravamo solo al primo disco. Poi dopo l’uscita dell’album ci siamo resi conto di tutti i problemi che pueograve; comportare lo stare con una label grande e non è andata come immaginavamo, ci siamo resi conto di aver fatto una scelta troppo affrettata. La promozione è stata scarsa e non abbiamo ricevuto le attenzioni necessarie ad un gruppo come il nostro, che essendo giovane e dovendosi far conoscere il più possibile aveva bisogno di ben altro tipo di lavoro, mentre la Candlelight ci ha come buttati tra il mucchio delle uscite senza programmare bene le cose. Quindi vista la delusione abbiamo deciso di cambiare subito e sondare le varie proposte che avevamo ricevuto. Tra queste la Cyclone Empire ci è sembrata la più valida e interessante e, vista l'esperienza precedente, abbiamo deciso di puntare su una label più piccola, con magari meno nomi e meno budget ma che mira a spingere i propri artisti al 100% e a farlo con la passione e dedizione necessaria.
Quali sono state le reazioni all'uscita di 'Days Of Nothing'? Cosa vi aspettate da questo disco?Io lo vedo come un debutto soddisfacente, per come è stato concepito e per come ci abbiamo lavorato. I riscontri e i feedback che abbiamo ricevuto poi sono stati ottimi, anche sorprendenti in alcuni casi. Con il nuovo lavoro ci siamo posti l’obiettivo di consolidare quello che abbiamo già fatto e di allargare la cerchia degli ascoltatori anche grazie ad una promozione maggiore. Penso che eldquo;Oionoserdquo; rappresenti un enorme passo avanti rispetto a eldquo;Days of Nothingerdquo; sotto molti aspetti, in primis quello stilisticomusicale.
Come hai trascorso questi due anni e mezzo circa da 'Days Of Nothing'?Non è stata una pausa tanto breve se ci pensi, costellata da pochissimi eventi live tra l'altro. Questo periodo ci è servito molto pereograve;, in quanto come band ci conoscevamo davvero poco, solo durante le attività di studio. Mentre in questi due anni abbiamo passato tantissimo tempo insieme, abbiamo suonato tantissimo e si è creata un'ottima alchimia che penso sia molto più evidente nel nuovo disco. Tutti sono stati più partecipi, non è stato un disco 'costruito' come per 'Days Of Nothing' dove c'erano le idee di fondo ma ognuno faceva il suo lavoro e basta. L'essere un gruppo vero ha contato molto, è stato quel passo in più che rende questo album migliore, più vario e più dinamico.
Cosa si nasconde dietro al titolo 'Oionos'?'Oionos' è una parola greca dai molti significati: uccello predatore, del fato ovvero l'avvoltoio. eEgrave; un'immagine che nel passato veniva legata alla predizione del futuro, che si riempie di tante sfaccettature e rispecchia il concept non solo del disco, ma del gruppo stesso e della nostra musica. eEgrave; una parola molto rappresentativa e comunicativa che rispecchia alla perfezione il mood di questo nuovo album.
Le liriche sono legate ad un concept particolare?Sono essenzialmente testi molto simbolici e metaforici, legati a riflessioni su come l’uomo si stia avviando all’apocalisse con le sue stesse mani, creando le proprie armi di distruzione. Di fondo hanno un carattere esistenziale, sono piccole storie con un tema di base che richiama alla Guerra Fredda, non a caso la cover di Sting. Inoltre abbiamo arricchito alcune parti con samples e registrazioni dei discorsi di Oppenheimer, che come saprete fu il coordinatore della costruzione delle prime bombe atomiche.
Perchè avete deciso di rileggere proprio 'Russians' di Sting?eEgrave; stata un'idea di Marco, ci piaceva e l'abbiamo suonata spesso nei live fin dall'inizio. Abbiamo provato a rileggerla in chiave funeraldoom e il risultato penso sia originale e particolare. Lavorando al nuovo disco abbiamo pensato di inserirla perchè era perfetta per il concept e per i suoni. eEgrave; una cover atipica, una scommessa... speriamo che venga apprezzata!
Vi ritenete degli 'Outsiders'?Assolutamente. eEgrave; proprio il senso di quello che siamo, è il testo più particolare di 'Oionos' ed è totalmente biografico. Coglie alla perfezione il nostro modo di essere.
Di quale rivelazione parlate nell'ultima traccia dell'album?eEgrave; il pezzo che chiude il disco, è una traccia strumentale dall’atmosfera mistica ed evocativa e ci è sembrata perfetta per riassumere e concludere il senso dell'album. Concettualmente è ispirata al testo dell’apocalisse 3:11 per l’appunto. Ritengo gli ultimi tre pezzi dell’album molto legati tra loro, in un certo senso li vedo come una eldquo;trilogiaerdquo; di cui Revelation ne è la logica chiusura.
Avete registrato e mixato negli Outer Studios di Giuseppe Orlando. Cosa puoi raccontarci dell'esperienza? Lavorare tanto tempo nello stesso posto porta a creare legami d'amicizia con chi ci lavora, con Giuseppe c’è sempre l'atmosfera giusta. Conoscendoci così bene, niente viene lasciato al caso e si lavora molto rilassati. Inoltre questa volta ci siamo presi anche alcune pause tra le varie fasi di registrazione e mixaggio proprio per curare maggiormente tutti i dettagli. Siamo molto soddisfatti del risultato finale.
Come precisato nella presentazione l'album è decisamente più cupo e epico del precedente. Come siete arrivati a questo?eEgrave; esattamente l'atmosfera che volevamo creare, con tantissime sfaccettature ed elementi nuovi. Abbiamo inserito anche citazioni e richiami ad elementi primitivi, orientali... è un album molto vario che cerca di creare la giusta atmosfera al tema di fondo dell’apocalisse
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Uscirà un videoclip per promuovere l'album?Al videoclip ci avevamo pensato anche in precedenza, ma richiede una produzione considerevole e i costi sono alti, ora comunque stiamo seriamente optando per la realizzazione di qualcosa. Per la promozione comunque contiamo più sui live.
Complimenti per la copertina che è opera di Seth Siro Anton, pazzesca come sempre. Come lo avete contattato e quali dei suoi lavori apprezzate di più?Seth lo si conosce per i lavori straordinari di Septic Flesh, Paradise Lost, Soilwork ecc...Noi con lui abbiamo già lavorato al primo disco e abbiamo stretto un legame di amicizia molto profondo. Artisticamente parlando, lavora in maniera impeccabile e straordinaria. Pensa che si chiude in isolamento nel suo studio per giorni con il disco nello stereo per entrare nello spirito dell’album che deve raffigurare. eEgrave; uno di quelli che ascolta veramente la musica degli artisti con cui lavora e non è soddisfatto delle proprie opere finché non sono perfette nei minimi dettagli. Il digipack in edizione limitata sarà spettacolare...
Quali sono i vostri prossimi appuntamenti live? Stiamo progettando delle date, abbiamo voglia di suonare come non mai. D’altronde è il modo migliore per far conoscere la propria musica. Vogliamo fare di più e ora che siamo con la Cyclone Empire speriamo di avere anche il giusto supporto alle spalle.
Che differenza c'è tra Alessandro Pace e Alex Vega? In realtà sono sempre io ma capisco che una rappresenti un periodo della mia vita che nel bene o nel male è stato intenso e ora è finito. Chi mi conosce come Alex Vega forse non sa chi è Alessandro Pace. Alex Vega è il riassunto di un periodo che non rinnego assolutamente solo che non ne facevo proprio più parte e ora abbiamo preso strade diverse. Ho sempre dato il 100% nei gruppi in cui ho suonato, ma volevo suonare doom metal e ora sono contento di aver trovato persone che condividono questo mio interesse.
(parole di Alessandro Pace)