Chi è Una? Il nome non ha nessuna implicazione particolare.. Mi piace perché è molto corto foneticamente e accattivante. Nella recensione ho scritto che te e Diego Boboli avete giocato a fare il pop. Ci sono altri mestieri che vi dilettano? In realtà no, siamo abbastanza musicocentrici. Per il momento arti come fotografia e pittura non ci riguardano e rimaniamo concentrati su questo impegno. Nei crediti di 'The Domestic EP' troviamo una lista infinita di strumenti che avete suonato durante le sessioni di registrazione. In futuro ne avremo di nuovi? Ti posso anticipare che nel prossimo mini faremo un massiccio uso di ukulele baritono. Il problema con tutti questi strumenti è che dal vivo è impossibile suonarli in due. All'inizio avevamo studiato un set elettronico ma non ci soddisfaceva e quindi abbiamo deciso di estendere la collaborazione ad altri musicisti per riprodurre anche nella dimensione live gli arrangiamenti proposti sul disco. Come nascono i vostri arrangiamenti? In genere le canzoni nascono tutte dalla chitarra acustica e quindi la scrittura è decisamente tradizionale. Prima di tutto registro un demo strumentale occupandomi di tutte le parti compresi gli archi e il basso. In seguito lo faccio ascoltare a Diego che apporta un sacco di migliorie strutturali il basso ed il cambio di marcia su 'Hegel Says Nothing About Desperate Sundays' sono proposte sue così come la batteria di 'Every Time I Miss You My Songbook Rejoices' che è stata completamente riscritta e soprattutto seleziona e scolpisce i suoni. Anche laddove rimane una figura di archi o di percussioni scritta da me il lavoro sul suono è fortemente dipendente da lui. Come sono nati i Farewell To Hearth And Home? Inizialmente avevo la timida ambizione di pubblicare qualcosa da solo ma avevo bisogno di un produttore. Quando ho conosciuto Diego la collaborazione è diventata talmente stretta da comportare il suo ingresso in formazione. Adesso la necessità del live ci spingerà ad inserire altri musicisti e immagino che nel secondo mini i ragazzi verranno coinvolti in pianta stabile nel gruppo. Possiamo quindi affermare che Farewell To Hearth And Home è un nome in cui si possono affollare le persone. Cosa vi piace così tanto del formato EP? Intanto è maneggevole, poi il lavoro e lo studio ci prendono molto tempo e ci vediamo con difficoltà quindi è meglio lavorare su pochi brani. L'EP è compatto, è sufficiente poco materiale e puoi permetterti una release e infine troviamo l'autoproduzione qualcosa di molto giocoso. Se non ci saranno forzature dall'esterno ci piacerebbe continuare così. L'esempio è quello di Jens Lekman, considerato l'enfant prodige del pop scandinavo, che ne ha pubblicati otto prima di dare alle stampe un full lenght. Ci sono altri gruppi che sono asserviti come manifesto? Mi piace ricordare la parentesi più pop degli Echo & The Bunnymen, quindi 'Porcupine' e 'Ocean Rain', Arcade Fire e Patrick Wolf. Anche se non ci viene riconosciuto spesso, a causa della maschera degli arrangiamenti, trovo che la scrittura delle tracce sia molto morriseyana per certi versi. Negli ultimi tempi sono rimasto molto colpito dai Fanfarlo. Se invece volessimo indagare tra filosofi e scrittori? A parte Hegel ce ne sono altri ma non ero sicuro se risultare pesantemente citazionista sebbene sarei propenso ad esserlo. I pezzi che abbiamo pubblicato lo sono meno ma tra i nuovi ci saranno un omaggio a Auden e riferimenti a Leonard Nimoy e quindi a certa tipologia di fantascienza storica. Adesso prova a recensire le quattro tracce del mini per noi.. Cercando di essere critico trovo che 'Hegel Says Nothing About Desperate Sundays' sia un buonissimo pezzo col potenziale commerciale che non hanno gli altri e molto rappresentativo di quello che vorremmo fare. Il giro degli archi è furbo e ha un bel tiro. Premesso questo ritengo che il brano migliore sia 'Every Time I Miss You My Songbook Rejoices' anche se per sonorità si discosta leggermente dal resto del materiale. Diego ci ha messo qualcosa di Nick Cave ma in generale è il più maturo a livello di composizione e arrangiamento. 'Nocturne' è una bella ninna nanna. Ne esiste un demo con sola chitarra, synth e batteria scarna che qualcuno ha sentito e ritenuto addirittura migliore. Infine 'Domestic' è stato il pezzo più complesso da realizzare in fase di produzione. Prima della coda è molto vuota e non è stato semplice farla funzionare. Come è nata invece l'idea della cover di Disorder dei Joy Division? Ascoltandola mi è venuto in mente questo tipo di arrangiamento. In quei giorni avevo assistito ad un concerto dei Criminal Jokers e sono partito dalla batteria per poi aggiungere un basso molto marcio. L'intenzione è quella di farla suonata da una band vera e propria. A livello di produzione vi siete ispirati a qualche disco in particolare? Se ne occupa totalmente Diego. Io non so fare niente, al massimo bilanciare i volumi delle parti e aggiungere qualche plug in ai demo. Non c'erano delle idee predefinite, il mini è stato costruito in corsa e fino al termine del processo non sapevamo esattamente come sarebbe venuto fuori. Nella scena fiorentina avete trovato dei valido collaboratori o insegnanti? Abbiamo fatto tutto in casa da soli e anche andare dal vivo era piuttosto sociopatica come idea. Volevamo essere solo due poi ci siamo resi conto che appariva come una cover elettronica del nostro mini e quindi era poco serio e soddisfacente. A parte i musicisti con cui stiamo lavorando non abbiamo instaurato nessuna collaborazione. L'immagine della copertina dove l'avete trovata? L'idea iniziale era quella di fotografare alcuen ville abbandonate nei dintorni di San Miniato ma non eravamo in grado di renderle al meglio. Un giorno su Flickr ho visto quella foto, mi è piaciuta e ho contattato l'autrice per chiederle il permesso di utilizzarla.