Partiamo subito da una curiosità: perché un nome così particolare? Denota grande originalità e personalità….
Volevamo un nome che fosse semplice da pronunciare e da ricordare, ma che al tempo stesso racchiudesse l’essenza della nostra proposta musicale. “Varego” è nella nostra accezione un termine in disuso del dialetto ligure che sta ad indicare piante tipiche delle nostre alture, le cui caratteristiche sono quelle di essere curative o venefiche, in base all’intento con cui le si usa. E così sono esattamente i Varego come band, una cura per l’anima attraverso le nostre note velenose.
'Tvmvltvm' è un grande dipinto di stoner sludge con chiari riferimenti al prog più lisergico e psichedelico. Non usando le classiche soluzioni di questo genere l’atmosfera comunque è quella. Un grande viaggio temporale di pura psichedelica epica. Come nascono questi intrecci quasi mistici?
L’essenza del nostro lavoro racchiude in sé una magia naturale dai connotati cosmici. Consapevoli di ciò abbiamo volutamente trasportato il nostro sentore all’interno di ogni singola nota, in ogni singolo passaggio strumentale ed in ogni linea vocale. Abbiamo fissato fin da subito, all’inizio del tutto, quello che doveva essere il risultato finale, un platter pregno di una tensione tendente all’infinito e quindi alla perfezione, carico di pathos, drammaticità ed un certo gusto “teatrale” e “visivo”. Un tale approccio alla materia ha generato questa amalgama di elementi lisergici trasmutati in epicità dai tratti psichedelici.
Il lavoro delle chitarre riesce ad essere molto poliedrico e personale. Si sentono echi del miglior stoner desertico e rimandi allo sludge più marcio. Quale di questi generi vi influenza maggiormente?
Siamo decisamente molto influenzati dai generi che citi, pur apprezzando di entrambi determinate caratteristiche e impostazioni. Ad esempio ciò che amiamo dello stoner, o meglio di un determinato tipo di stoner, è la sua capacità di rendere il suo progredire ipnotico e coinvolgente non solo per l’ascoltatore, ma anche e soprattutto per chi compone ed esegue i brani in primis. Dello sludge apprezziamo l’attitudine malsana a rapportarsi con sonorità sporche e soluzioni sonore distruttive su cui costruire brani dalla forte energia e drammaticità.
E’ difficile creare un pezzo e renderlo originale e comunque molto personale. In 'Tvmvltvm' siete riusciti a creare dieci pezzi che non cedono il passo alla noia ed alla mediocrità. Quanto è impegnativo essere sempre così motivati?
Riteniamo sia fondamentale suonare sempre per se stessi in primo luogo, senza mai perdere di vista quello che si vuole ottenere in fase di “progettazione”. La nostra musica racchiude un messaggio, un fine ultimo, ed è pervasa dalle personalità di ognuno di noi, membri della band, personalità che si alimentano vicendevolmente e che caratterizzano ogni singolo momento del nostro percorso e della nostra crescita. Pensa che il primo pezzo che abbiamo scritto, 'Horror In The Sky' che apre l’album, è stato interamente concepito nella sua forma grezza il primo giorno in cui ci siamo messi assieme, a testimonianza del forte legame e dei medesimi intenti che ci accomunano. Il modo poi di comporre, che parte da una base di improvvisazione, dando vita ad una pietra grezza che in seguito viene modellata e plasmata in base alle tematiche affrontate nei testi, genera un solido processo compositivo e affiatamento tra i vari componenti.
I testi prendono ispirazione da scritti di Lovecraft, C.A Smith e P.B. Shelley. Perché una scelta così ambiziosa? Quali sono le vostre influenze letterarie?
Avevamo bisogno di un’ambientazione specifica su cui basare il nostro concept, arricchire la storia di personaggi dalle molteplici azioni e dare al tutto un senso vertiginoso in cui il tempo quasi scorre in senso circolare e non in linea retta, sovrapponendosi in certi momenti, generando così strane alchimie e momenti narrativi dai contorni nebulosi ed onirici, conservando al tempo stesso un forte impatto emotivo. Caratteristiche per certi versi tipiche di certa narrativa gotica del XVIII secolo e delle evoluzioni successive. Oltre ai nomi da te citati, che abbiamo volutamente omaggiato nei nostri testi estrapolando e adattando al nostro concept momenti significativi delle loro opere, mi preme in questa sede citare anche autori immortali come Doyle e Stevenson, senza dimenticare leggende a noi contemporanee come Dick, Matheson e Asimov, che in un contesto fantascientifico racchiudono nei loro scritti, seppur in modi e forme diverse, il gusto per l’esplorazione dell’oscurità e quindi dell’ignoto.
Mi piace molto l’uso della voce. Versatile e personale. Sembra di ascoltare un Layne Staley più arrabbiato ma comunque carico di emotività negativa….
Non sei l’unico che ci fa notare questa caratteristica e devo ammettere che ci fa immensamente piacere. Abbiamo vissuto in pieno il periodo di massimo splendore degli Alice In Chains durante gli anni novanta, una band unica, soprattutto nella seconda parte della loro carriera, quando hanno posto l’accento su tratti più intimisti e notturni. La nostra versatile voce, che si adatta caparbiamente al dinamismo e alle atmosfere create dai nostri brani, pesca quindi anche nell’ombrosità e nell’emotività della band di Layne Staley.
Baroness, Kyuss, Alice in Chains, High On Fire, US Christmas. Scegliete due band di queste con cui fare un tour….
Al cuore non si comanda. Kyuss e Alice in Chains. Entrambe a modo loro innovatrici e predestinate ad entrare nella storia. I Kyuss, con quei loro pezzi generalmente lunghi, dai connotati prettamente strumentali, da cui si ergeva con maestosità la voce unica di Garcia, uno sciamano del deserto a tutti gli effetti. Gli Alice in Chains, che partendo da curiosi territori glam/grunge hanno saputo evolversi in una creatura generatrice di ombre ed incubi.
Ogni giorno ci sono migliaia di bands che vomitano musica, che appaiono e scompaiono, fanno uscire un album e poi spariscono saturando il mercato già in stato agonizzante. I Varego hanno tutte le carte in regola per rimanere a lungo. Ciò nonostante la situazione dell’underground non è delle più felici soprattutto per una band al debutto. Che ne pensate? E come riusciranno i Varego a sopravvivere?
Noi tutti nella band abbiamo militato nel passato più o meno recente in altre realtà underground, vivendo sulla propria pelle diverse esperienze e interfacciandoci con diverse realtà. Eravamo ben consci che non sarebbe stato facile per noi adesso, vista la confusione generale, intesa come estrema frammentazione delle proposte, che regna ormai dappertutto. Non mi riferisco soltanto all’ambiente musicale, ma a tutto quanto ci circonda. Veniamo quotidianamente bombardati da innumerevoli input e termini come “collezionismo” e “passione” sembrano quasi non appartenere più alle nuove generazioni. Come Varego continueremo ad esistere fino a quando avremo l’esigenza di dire la nostra, che poi è stata la scintilla che ci ha permesso di intraprendere assieme questo percorso musicale.
Come vi state muovendo a livello promozionale?
Fin da subito avevamo ben chiaro il da farsi, cioè quello che a noi interessa principalmente è la diffusione del nostro album tramite i classici canali distributivi. Siamo dei dinosauri? Può essere, tuttavia riteniamo che sia anche grazie alle persone come noi, che vivono per la musica e sono sempre alla ricerca di band interessanti da ascoltare, assimilare e, perché no, da proporre anche al nostro vicino di casa, che il nostro ambiente continua ad essere in fervente movimento. Da qui poi, se avremo fatto un buon lavoro, il passaparola tra i vari affezionati del genere farà il resto. Il modo che noi abbiamo di intendere la musica è legato al vecchio stile, non avrebbe senso per noi avere milioni di click su YouTube se poi quello che rimane è solo un ascolto distratto, superficiale e sterile. Il nostro modo di lavorare è totalmente DIY, diamo un valore profondo a tutto ciò che facciamo, ci dà carica e motivazioni giorno per giorno ed è grazie a questa attitudine che nel nostro piccolo stiamo già raggiungendo traguardi considerevoli come ad esempio la collaborazione con partner di caratura internazionale. Abbiamo messo in piedi la nostra personale etichetta Argonauta Records e stiamo lavorando in Italia con Masterpiece e negli Stati Uniti con Century Media, ad esempio.
'Tvmvltvm' avrà un seguito a livello concettuale. Potreste parlarcene?
Sì, i Varego sono una vera e propria concept band, ci sono care determinate tematiche che vogliamo analizzare, descrivere, sviscerare ed estrapolare. Il nostro prossimo passo, su cui stiamo già lavorando in maniera incessante, sarà un’EP di media durata in cui verrà focalizzato e dilatato un avvenimento che ha il suo inizio con 'The Threatening Horizon'. Sarà un lavoro molto particolare in termini di realizzazione musicale, pur conservando al tempo stesso le caratteristiche della nostra musica, sarà in pratica al cento per cento Varego, ma diverso. E vedrà la presenza di uno special guest d’eccezione di cui però al momento non voglio anticipare nulla per scaramanzia.
Billy Anderson è un guru in ambito sludge doom. Ha prodotto grandi nomi tra cui appunto Eyehategod, High on Fire, Neurosis. Non poteva che essere il personaggio più adatto per impreziosire il vostro suono. Come è nata questa collaborazione e come è stato collaborare con lui?
È stato tutto talmente semplice e naturale che quasi all’inizio siamo rimasti un po’ spiazzati. Voglio dire, mettendosi in contatto con una persona che ha alle spalle album monumentali, esperienze con bands leggendarie (Melvins, Swans) e con personaggi enormi (cito fra gli altri Kurt Cobain e Mike Patton), uno potrebbe aspettarsi di venire snobbato o trattato con una certa superficialità. Billy Anderson è invece diventato a tutti gli effetti il componente aggiunto della band. Ha ascoltato le versioni “demo” di alcuni nostri brani e si è subito dimostrato interessato alla cosa. Il suo entusiasmo, la sua disponibilità e i suoi consigli ci hanno trasmesso quella serenità adatta ad ottenere ciò che volevamo, rendendoci pienamente soddisfatti. Si è creata un’alchimia particolare tra noi e siamo si può dire sempre in contatto quasi quotidianamente, tant’è che lavoreremo ancora con lui per le nostre prossime cose.
Il Centauro d’Abisso ci porterà con sé il 21 dicembre 2012?
Eh eh, chissà, la tua domanda comunque mi permette di suggerire una delle chiavi di lettura del nostro album, noi affrontiamo sì il tema dell’Apocalisse, ma nel suo significato originario, quello cioè di Nuovo Inizio, un nuovo cammino di speranza che va aldilà della cerchia ristretta in cui ognuno di noi vive, ma che vuole esplorare nuovi mondi, forme di conoscenza e di vita. Vogliamo concludere ringraziando Suffisscore per lo spazio che ci ha offerto e per l’ottima recensione al nostro album 'Tvmvltvm'. Cercatelo e ascoltatelo, siamo sicuri che non ne resterete delusi. E ricordate, non fermatevi mai alle apparenze, ma indagate ed approfondite tutto ciò che vi circonda.