Ascoltando 'Dalla Nascita' traspare una voglia di cambiamento. Una sorta di mutazione. Dal debutto avete cambiato pelle, pur rimanendo invariati nell’anima. E’ una nuova nascita? O un divenire?
Rispetto al primo disco e agli split, i pezzi di 'Dalla Nascita', sono effettivamente più suonati, più strutturati anche. Non è stata una nostra scelta, semplicemente in quel periodo le cose andavano in quel modo, e quindi non saprei dirti se anche in futuro si continuerà su quel tipo di pezzo o se invece sarà qualcosa di diverso. Personalmente mi piacerebbe anche provare a muovermi in altre direzioni, provare qualcosa d'acustico, effetti nuovi e strumenti nuovi ma è difficile farsi un'idea di quello che andremo a fare, solitamente qualsiasi progetto o idea che mi faccio a riguardo finisce per essere puntualmente smentita dai fatti.
Sette interpretazioni del dolore che trascendono la forma canzone, come nella miglior tradizione avanguardistica. Un dolce e malato abbraccio tra sonorità noise e bordate post hardcore, che creano scoramento ed inducono a paesaggi desolati. Da dove nasce questo elegante nichilismo?
Anche qui come prima, non riesco a darti una risposta precisa. Quando suoniamo non ci imponiamo mai alcun limite, non ci preoccupiamo di stare dietro ad uno stile, cerchiamo di non forzare mai quello che viene fuori e il risultato è quello che senti. Non avendo alcun ambizione specifica, ma suonando semplicemente perchè ci piace farlo, in ogni pezzo cerchiamo qualcosa d'intenso, che ci coinvolga. E' esattamente come quando si fa una jam tra amici, non si cerca di fare il pezzo più bello/incasinato/incazzato/dispari/sperimentale possibile, semplicemente si suona e quello che c'è di bello, c'è in quel momento e basta.
La registrazione live dona ancor di più un senso di smarrimento. La produzione è ottimale per arrivare ad ottenere un suono così personale. Deduco che questa della registrazione sia una scelta artistica…
Sì abbiamo scelto noi di registrare live, già dal primissimo demo, e credo continueremo su questa via. L'unica eccezione è stata la registrazione del pezzo 'Tra I Ghiacci', uscito nella compilation 'Falling Down', dove abbiamo prima registrato le chitarre e la batteria e poi tutto il resto. Il risultato ci piace e il fonico è stato molto bravo, ma il prodotto finale è comunque molto diverso da quello di una registrazione live.
La voce mi ha sorpreso. L’uso è totalmente funzionale alla musica ed è usata in maniera originale e versatile. Come avete lavorato per renderla così dentro al magma sonoro creato in 'Dalla Nascita'?
La voce l'abbiamo registrata separatamente, più che altro per questioni tecniche, ma oltre a questo non ci abbiamo lavorato particolarmente su; ci sono degli effetti che utilizza Federico ma comunque, in mixaggio, abbiamo preferito tenere la traccia il più naturale possibile, senza lavorarci troppo.
Quanto difficile è portare fuori la vostra musica in una situazione artistica come quella italiana, dove un certo tipo di cultura non esiste, l’underground è morto e solo pochissimi appassionati vanno ancora avanti?
Molto difficile. Disorganizzazione, serate con gruppi a caso o con sempre gli stessi gruppi, mai un soldo che non sia la pezza per la benzina, pubblico (e qui sarà anche colpa nostra evidentemente) più o meno inesistente. Questo è più o meno lo standard del suonare in Italia, riguardo all'estero non ho tanta esperienza ma da quel poco che ho visto le cose sembrano un pochino meglio. L'underground, la “scena”, è completamente inesistente, è una favola che si racconta la gente. Per quello che io ho visto, sono pochi quelli che hanno veramente voglia di suonare e molti quelli che han solo una gran fretta a rifarsi il guardaroba.
La title track si differenzia per atmosfera dalle altre sei suites. E’ un drone ipnotico, catartico e destabilizzante. Lars Von Trier s’innamorerebbe di questo pezzo. Avete già provato ad interagire con altre forme d’arte come il cinema? Scrivere una colonna sonora?
Abbiamo provato inizialmente ad associare alla musica videoproiezioni ma era difficile organizzarsi e dopo un po' abbiamo lasciato perdere. Di recente abbiamo collaborato con un artista piacentino, nostro amico: abbiamo suonato dentro ad un installazione che consisteva in un rettangolo, ricoperto di un tessuto particolare e con al suo interno, oltre a noi, dei neon e una persona che muoveva le luci per creare effetti particolari. E' stato divertente e, da quel che mi è stato detto, ha fatto la sua figura anche dall'esterno. Probabilmente ricapiterà qualcosa del genere in futuro.
La quinta traccia è un viaggio che mi ricorda alcune cose dei Jesu anche se l’epicità dei Neurosis più intimisti rimane. Cosa hanno saputo darvi queste due band a livello emotivo e quali altri acts vi hanno emozionato?
Personalmente ho ascoltato abbastanza gli Jesu, anche se oramai è veramente molto tempo che non mi capita più di dedicarci del tempo. I Neurosis invece li ho “scoperti” tardi, ascoltando i cd tutti assieme e frettolosamente e nel complesso non mi hanno dato molto a livello musicale. I gruppi ai quali sono musicalmente più legato sono tanti e molto diversi tra loro, sicuramente i Goodspeed you! Black Emperor, così come gli Swans ma anche Lusmord, Steve Roach, diversi gruppi powernoise, industrial, in passato (e un po' meno ora) anche Nasum, Napalm Death, Melvins, Nirvana, Fantomas e veramente mille altri.
'Dalla Nascita' è uscito dapprima solo in digitale e poi in un secondo momento, grazie all’aiuto della Frohike records anche in formato cd. Una confezione splendida che interpreta nel migliore dei modi il concetto del do it yourself. Quanto credete sia ancora importante il supporto fisico quando si vuole ascoltare musica?
Il download gratuito è stata un'ottima idea, il disco ha girato moltissimo e tuttora, oltre a poterlo scaricare qua e là, è disponibile su diversi canali come youtube, lastfm, bandcamp. Anche l'edizione su cd è importante, per due motivi principalmente. Da una parte è utile avere qualcosa da lasciare direttamente alle persone, ai concerti o quando si fa banchetto, e lasciare il cd vero e proprio è comunque meglio che dire “lo puoi scaricare da internet”. Oltre a questo, l'uscita del disco permette a noi Dyskinesia di chiudere definitivamente il capitolo 'Dalla Nascita' e quindi dedicarci ad altro; in un certo senso, una volta che i pezzi sono fatti, registrati e pronti per essere ascoltati non è più il momento del gruppo ma di chi ascolta, ora noi abbiamo altro da fare.
Perché i pezzi non hanno un titolo? Solo la traccia quattro porta il titolo dell’album. Immagino che non ci siano testi. Anche in questo caso la scelta è coraggiosa e va a destrutturare la forma canzone. L’idea è lodevole…
Non c'è un motivo vero e proprio, il titolo non ce l'hanno semplicemente perchè non glielo abbiamo mai dato, inventarcene uno all'ultimo momento, a caso, non avrebbe avuto nessun senso. La quarta traccia è chiamata 'Dalla Nascita' perchè nel comporla abbiamo ripreso riff e idee dal pezzo omonimo, uscito per la compilation di Neuroprison, tre anni fa credo. Ci piaceva il “senso” che quel titolo dava al tutto.
In passato avete fatto uno split con i Corpoparassita. Quanto è importante per voi confrontarvi con artisti che arrivano da altre scene musicali?
E' molto importante per noi, è stato un bellissimo esperimento lo split e con i Corpoparassita ci siamo sempre trovati bene, suonando anche molto spesso dal vivo. Mi piacerebbe molto in futuro rifare qualcosa come quello split, potrebbe anche essere la prossima uscita di Dyskinesia per quel che mi riguarda.
Chiudo rinnovandovi i complimenti per l’album e per il coraggio di osare e portare avanti un discorso musicale originale all’insegna della ricerca sonora e della sperimentazione. Nell’arte, forma di comunicazione più emozionale che ci sia è giusto trovare altre vie mai o poco battute. Quali saranno queste strade nel vostro futuro?
Ti ringrazio molto per i complimenti e per lo spazio qui su suffisscore.com. Per quanto riguarda il futuro, veramente non saprei proprio che dirti, siamo lontani dall'avere i pezzi per un altro disco ma non è detto che non si lavori ad altro, andando quindi a registrare a breve. Si vedrà, ti ringrazio ancora molto per l'intervista.
(parole di Riccardo Komesar)