Come descriveresti il vostro songwriting? Scrivete prima testi o musica? Quanto dedicate all'aspetto visivo e teatrale?
Non c’è una formula precisa. Alcune canzoni sono piuttosto elaborate mentre altre nascono rapidamente. Direi che le liriche solitamente arrivano per ultime. Per lo meno dopo le melodie vocali. Buona parte delle nostre tracce nasce dalle melodie vocali o da qualche progressione di accordi. Al riff portante seguono altri riff orientati ad enfatizzare la melodia stessa. Un esempio è 'Ritual' ma ci sono naturalmente eccezioni alla regola. Per quanto concerne la parte estetica della nostra proposta posso dirti che abbiamo maggiore esperienza rispetto al primo album ed in qualche modo riusciamo a prevedere quali saranno le canzoni che andranno a fare parte o meno della scaletta dal vivo. 'Per Aspera...' e 'Mostrance Clock' sono state pensate come introduzione e chiusura del nostro set fin da quando erano ancora in versione demo.
Quale è stato il contributo di David Campbell?
Nonostante qualcuno abbia scritto il contrario abbiamo curato personalmente gli arrangiamenti dei cori. Il problema era trovare un coro che volesse cantare quello che avevamo preparato e per ragioni di tempistica abbiamo svolto questa parte delle registrazioni a Los Angeles. Non potendo essere presenti abbiamo chiesto a David Campbell di fare da supervisore. Ha trascritto il coro del demo in modo che potesse essere cantato da quaranta persone ma non ha aggiunto nient'altro.
Dai tempi dell'esibizione al Roadburn Festival siete cambiati molto. Da rivelazione siete passati ad un tour europeo come headliner..
Due anni on the road ti fanno crescere molto. Siamo sicuramente più precisi come musicisti ma in generale la speranza è quella di essere migliorati sotto diversi punti di vista. L'uscita di 'Infestissumam' ha modificato le scalette dal vivo ma anche quando verrà pubblicato il terzo album proseguiremo sull'idea che avevamo al momento di formare la band. Ci vorrà un po' di tempo per portarla a compimento ma ci stiamo avvicinando alla visione originale del progetto.
Preferite suonare in posti piccoli o davanti a migliaia di persone?
I posti grandi hanno qualche controindicazione come quella di suonare di pomeriggio se non fai parte del lotto delle band principali. Per il sottoscritto la location ideale è sulle duemila persone in modo di sentire il pubblico vicino ma anche di potere utilizzare tutta la scenografia e gli effetti che ci portiamo dietro. Così come i Rammstein concentrano l'attenzione su Till Lindemann estremizzando la sua figura di maschio virile noi abbiamo Papa Emeritus II che è un frontman simile anche se con caratteristiche diametralmente opposto. Un pò androgino, un pò mafioso, abbaia spesso ma non dà mai l'impressione di mordere...
Quali sono le band che vi hanno ispirato maggiormente?
In generale siamo attratti dallo shock rock e quindi da artisti come Alice Cooper, KISS, David Bowie ma anche i Rolling Stones, che pur non essendosi mai travestiti alla fine degli anni sessanta avevano un modo totalmente unico di presentarsi sul palco. Al giorno d'oggi la band a cui guardiamo con più frequenza sono i Rammstein che rappresentano una sorta di versione futuristica di quello che vogliamo diventare. Il nostro desiderio è quello di essere pomposi e memorabili e loro hanno dieci anni di vantaggio rispetto a noi.
A proposito di Rammstein avuto modo di apprezzare l'edizione speciale dell'album corredata di dildo. Vi siete messi in competizione con i tedeschi? Li hai provati personalmente?
Non li ho ancora provati ma ho tenuto in mano entrambi. Niente male davvero.
Che rapporto avete con la censura?
Abbiamo avuto molti problemi. E' come una sovranità alla quale devi sottometterti se vuoi vendere il tuo materiale. Per quanto riguarda il concept grafico all'interno dell'album abbiamo trovato delle tipografie che si sono rifiutate di stamparlo. La politica americana è piuttosto restrittiva e chiunque può denunciarti per nulla. Anche se il capo di un'azienda non ha pregiudizi i suoi dipendenti possono sempre fargli causa per molestie sessuali. Può sembrare ridicolo ma abbiamo ricevuto quattro pareri negativi prima di trovare chi non si ponesse problemi ad accettare il compito. In realtà l'edizione col dildo doveva essere qualcosa di speciale facile da trovare nei negozi perché 'Infestissumam' trasmette un messaggio di libertà sessuale, soprattutto femminile, anche al di fuori del matrimonio. Per renderle libere abbiamo pensato di offrire loro un dildo ed uno stimolatore anale. La casa discografica però ha bocciato l'idea e quindi siamo dovuto ricorrere alla distribuzione di due edizioni separate. E' ugualmente divertente ma ha rovinato l'idea di unicità che volevamo dare. Anche il fatto che ci chiamiamo Ghost ma dobbiamo scrivere Ghost B.C. per problemi di copyright è un'idiozia.
State già pensando al prossimo album? Riuscite a comporre durante il tour?
Ci stiamo avvicinando lentamente al momento di registrare qualche demo per il successore di 'Infestissumam' ma non c'è fretta. Credo che inizieremo alla fine dell'estate e poi valuteremo le mosse successive. Abbiamo già un'idea di precisa di come dovrà suonare il terzo full length e di quale sarà il tema trattato. Raccogliere idee durante il tour è sicuramente proficuo.
Pubblicherete un dvd a breve?
Pensiamo di registrare un nostro concerto ma parecchie cose devono ancora essere perfezionate. Dobbiamo trovare un locale che ci ospiti per due sere di fila e ci permetta di allestire il nostro spettacolo al completo. Desideriamo lasciare traccia di quello che stiamo facendo adesso anche perchè il terzo album sarà molto diverso da questo.
Come vi siete trovati a registrare il disco negli Stati Uniti rapportandovi con una realtà musicale molto diversa da quella europea?
Nashville è a sua volta una realtà a parte rispetto al resto degli Stati Uniti. Penso che sia la città più liberale di tutto il Midwest ed è incredibile vedere tutta quella gente che si occupa di musica. Pensa che c'è una strada occupata da tutte le grandi major anche se si occupano prevalentemente di country. All'inizio è stato come essere dei fans di Star Wars e ritrovarsi ad una convention di Star Trek. Ci sono le navicelle ma è tutta un'altra storia. Nick Raskulinecz è un grande produttore ed il suo contributo alle ultime uscite di Alice In Chains e Rush non necessita di commenti.
(parole di Nameless Ghoul)