Prima di tutto congratulazioni. Credo che firmare un contratto con un'etichetta di rilievo come la Relapse Records sia un premio per tutta la vostra carriera. Quali sono gli altri eventi che citeresti come fondamentali nel corso degli anni?
Ogni nostro album per noi è stato un evento fondamentale nel corso della carriera, indipendentemente da quale potesse essere l’etichetta che lo pubblicava. Chiaro che in questo caso, con alle spalle 26 anni e il debutto per una label come Relapse, la sfida è stata decisamente grande, sia perché non potevamo deludere le aspettative sia perché era il momento ottimale per dare veramente tutto quello che potesse rappresentare il nostro sound e lo stile maturato attraverso un arco di tempo così vasto. Altri eventi che ci hanno segnato: il cambio di line-up a cavallo tra il 1999 e il 2000, cioè il post-“Misantropo a senso unico” che ha portato alla formazione più stabile ed efficace, rimasta inalterata fino ad oggi. E i molti tour, dagli States ad altri paesi.
E' stata l'etichetta americana a cercarvi? Ricordo lo split con i Sublime Cadaveric Decomposition. E' da allora che siete in contatto? Quali sono le band del loro catalogo che stimate di più?
Siamo stati in rapporti per moltissimo tempo, sì lo split con i Sublime Cadaveric Decomposition rimane la nostra prima uscita con loro, ma io ero già in contatto negli anni Novanta con uno dei fondatori, Bill. Il fattore che ha smosso un po’ le acque e ci ha portato all’accordo definitivo è stato l’album per l’etichetta di Shane Embury e le varie comparse al Maryland Death Fest, dove il team Relapse ha avuto modo di vederci in azione su un palco impegnativo, che ci rendeva giustizia. Le band del loro catalogo che stimiamo di più: Repulsion, Cryptic Slaughter, Gadget, Phobia, Regurgitate, Nasum, Bongzilla, Pigdestroyer, Looking For An Answer. Non siamo invece grandi fan di quelle più alla moda come Red Fang, Baroness e simili, specie per il seguito di casi umani che si sono creati qui in Italia.
Cos'è il grindcore per i Cripple Bastards?
Suonandolo da 26 anni l’ho talmente assimilato che faccio fatica a dirtelo! Un’espressione di odio, violenza e negatività estrema, un’arma per ritorcersi nel modo più sfrontato e privo di compromessi.
Il genere si è sicuramente evoluto, ma in alcuni casi le digressioni e contaminazioni di altri generi dosate senza criterio hanno fatto perdere del tutto quell’aggressività e impatto che aveva alle origini.
Cosa ricordate degli esordi a fine anni ottanta? Come furono le prime registrazioni?
Come mi capita spesso di raccontare, agli esordi io e il chitarrista fondatore Alberto The Crippler avevamo messo insieme questa band principalmente perché eravamo dei maniaci totali per l’Hardcore/Ultracore più tirato ed estremo e ascolti di quel periodo che appagassero la nostra fame di ultra-velocità erano decisamente pochi, così abbiamo pensato di provare noi stessi a suonare qualcosa in quello stile da registrare alla buona per poi avere del bordello in più da riascoltarci a casa. Questa è stata la nostra dimensione nel 1988-1989, poi con l’espandersi dei contatti nella scena underground e il tape-trading, è stato naturale passare a demotape da far circolare nel circuito DIY e consolidare quello che poteva essere il passaggio a band vera e propria dal precedente progetto Noise casereccio. Le prime registrazioni le facevamo con il portacassette della nonna di Alberto, provavamo all’ultimo piano di un mulino industriale nella periferia di Asti o in altri posti assurdi dove nell’arco di 2-3 prove ci sbattevano fuori.
La vostra discografia è ricca di sette pollici, split, mini album e collaborazioni infinite. Possedete tutto in originale? Sei un collezionista di vinili? Quanti dischi hai tra cd e vinili?
Sia io che il bassista Schintu The Wretched possediamo tutto dei Cripple Bastards, qualsiasi edizione, colore di vinile, stampa alternativa, test pressing, copertina fallata ecc.. Sì, in generale sono un collezionista di vinile, in particolar modo lo sono stato dal 1988 al 2000 (e fortunatamente ho conservato tutto), in seguito ho iniziato per qualche motivo ad essere più selettivo e limitare i miei acquisti. Ora i titoli che colleziono più volentieri sono quelli dell’etichetta per cui lavoro, la FOAD Records.
Credi che il supporto digitale sia destinato a scomparire?
Non lo so e ci penso il meno possibile, non mi interessa.
Qual è secondo voi la soluzione alla decadenza dell'industria musicale come l'abbiamo pensata fino ad oggi?
Risposta ingenua e irrealizzabile: stimolare di più la fantasia delle nuove generazioni penalizzando l’incremento di determinati social network, far riscoprire ulteriormente il valore e l’importanza di supporti fondamentali come il vinile. Buonanotte..
Qual è il testo di questo album a cui sei piu' legato e per quale motivo?
Un po’ tutti visto che sono vissuti al cento per cento in prima persona, però in particolare scelgo “Promo-parassita” perché è legato a una serie di esperienze negative che hanno segnato drasticamente la mia vita e modo di ragionare negli ultimi anni. Il pezzo è un attacco a determinate agenzie di booking in Italia e a tutto l’ambiente di sfruttamento e appunto parassitaggio del settore. Si riferisce a fatti avvenuti un paio di anni fa che non perdonerò mai e che mi hanno insegnato che con un determinate persone del “giro”, sarà sempre guerra eterna.
Cosa pensi della situazione politica attuale nel nostro paese?
I testi sono tutt’altro che politici e soprattutto negli ultimi anni lo stare distanti da qualsiasi orientamento politico è stato un nostro punto di forza distintivo. Non voglio dire nulla sulla situazione attuale nel nostro paese.
Quanto tempo avete impiegato a comporre e registrare le nuove canzoni?
Circa tre anni, considera però che dentro c’è anche stata la realizzazione dell’EP “Senza impronte” che contiene in versione più grezza alcuni brani ripresi e riarrangiati poi meglio sull’album. La fase decisiva comunque è stata a cavallo tra 2012 e 2013.
Dove si sono svolte le registrazioni? Chi ha prodotto l'album? Che tipo di suono volevate ottenere stavolta?
Come per il precedente album e per lo split EP con i Sublime Cadaveric Decomposition, siamo andati allo Studio Fredman a Goteborg, da Fredrick Nordstrom. Le voci invece sono state incise in Italia al Toxic Basement Studio di Milano. Mix da Fredman e mastering da Tailor Maid sempre in Svezia. Direi che il tipo di suono che volevamo ottenere è decisamente quello che sentirete sull’album, pur avendo un’impronta moderna mantiene intatta la dinamicità Hardcore tipica dei CB e una grana molto personale sul muro di chitarre e basso, che suonano sporche al punto giusto ma ben definite nei riff, anche nelle parti più veloci.
Quanto è stato complicato mixare l'album?
È stato un rompicapo allucinante! La fase di mix l’ho affrontata da solo perché per una serie di contrattempi gli altri non hanno potuto accompagnarmi in Svezia per seguire questa fase finale e decisiva. Quando sono arrivato, la prima impostazione preparata da Fredrik non mi convinceva gran che, siamo andati avanti con vari tentativi paralleli inviando preview d’ascolto agli altri componenti della band per avere un’opinione generale sugli sviluppi… Nei giorni a seguire abbiamo sgrossato ulteriormente il suono fino ad arrivare a una soluzione sempre più vicina a quel che avevamo in mente. Rientrato in Italia l’abbiamo riascoltato ad oltranza insieme fino ad arrivare a una lista di ultimi ritocchi e miglioramenti che l’hanno portato alla sua forma definitiva. Di tutto il lavoro, il punto saliente di cui vado più fiero a livello personale è stata la costruzione del finale di “Splendore e tenebra” con il crescendo del frammento Noisecore del pezzo successivo (“Morti asintomatiche”) che prende progressivamente forma fino a lanciare la bordata che chiude l’album, è stata un’improvvisazione unica in cui io e Fredrik ci siamo intesi alla perfezione, penso che sia uno di quei momenti di creatività spontanea che ti restano impressi per tutta la vita. Altro punto di merito frutto invece del giudizio e dell’esperienza di tutti i Cripple Bastards è stato – oltre ai molteplici ritocchi apportati – il fatto di imporci e impedire che a fine mix anche il mastering venisse realizzato lì da Fredman, perché non l’aveva mai fatto in passato e non riteniamo sia il suo punto di forza.. La scelta di bloccare tutto e passare i pezzi al solito Tailor Maid (che è uno specialista assoluto nel masterizzare i lavori di Fredman) è stata la mossa decisiva che ha sistemato quel che nell’insieme suonava ancora troppo spigoloso, per arrivare al suono che sentirete.
Quali sono le differenze sostanziali con 'Variante All Morte'?
Grazie all’accordatura meno ribassata il muro di chitarra/basso ha molto più respiro e impatto, una grana decisamente più Hardcore che riflette appieno il nostro gusto e il nostro modo di suonare dal vivo. C’è l’introduzione del secondo chitarrista Wild Vitto, il lavoro di riffing è più uniforme e arrangiato, la batteria più naturale e senza ombra di dubbio più veloce. Nell’insieme è un disco che secondo me suona più nervoso, dinamico e aggressivo – anche se “Variante alla morte” resta sempre un album compatto nella sua pesantezza/impatto e più vicino all’impostazione Svedese tipica di quello studio.
Chi ha realizzato la copertina? Quale significato si cela dietro quell'immagine?
È una foto del 1976. Non voglio dare molti dettagli su questo argomento, scopritelo voi.
Cosa vi ha spinto a scegliere 'Malato Terminale' come anteprima online?
È stata scelta dal team Relapse, non da noi. Probabilmente l’hanno selezionata perché è il brano di apertura dell’album e ha quello stacco netto tra introduzione strumentale e la parte ultra aggressiva che segue.
Sono a conoscenza della vostra passione per il cinema. Quali sono le pellicole che vi hanno ispirato maggiormente e quelle che vi hanno colpito di recente?
È impossibile fare una lista dei film che hanno in qualche modo lasciato una traccia attraverso gli anni, perché sono davvero tanti. Il cinema di genere anni ‘60/70 e primi '80, da horror a gialli, western, drammatici e molto di più.. Sul nostro “Misantropo a senso unico” era evidente l’impronta di “Milano odia: la polizia non può sparare” di Umberto Lenzi. Negli ultimi anni ho apprezzato “Martyrs” e “Eden Lake” più qualche film orientale come “I Saw The Devil” e “The Chaser”… in generale comunque poca roba rispetto al passato.
Vi è piaciuto 'Surgical Steel' dei Carcass? Cosa pensate in genere delle reunion?
La nostra opinione sulle reunion è espressa dettagliatamente nel brano “Agonia di un rientro forzato”.. vi invito a leggere il testo per saperne di più. “Surgical steel” è un buon album che innalza ulteriormente lo standard del genere, forse pecca troppo di quel feeling di “esecutori per il gusto e le aspettative dei fan” più che di farina del proprio sacco, per questo motivo preferisco il loro materiale periodo Ken Owen alla batteria, con particolare rilievo ai primi 3 dischi.
(parole di Giulio The Bastard)