-Core
Klogr
Italia
Pubblicato il 24/02/2014 da Lorenzo Becciani


Vuoi spiegarci il significato esatto del vostro nome e come è nata l'idea di citare la legge di Weber-Fechner?
In passato avevo una band chiamata “Sensazione”. Sono stato sempre molto appassionato alla psicologia umana e allo studio delle emozioni. Facendo una ricerca in rete trovai questa formula che descriveva la “sensazione” umana come S=K log R. La “sensazione” viene chiamata anche “stimolo”. K è una costante (in questo caso l’individuo) e R è l’ambiente che lo circonda (la società). Da questa legge e da altre teorie si deduce che l’uomo non è davvero libero ma contaminato e influenzato in tutte le sue decisioni e azioni dall’ambiente che lo circonda. Trovata questa formula (nel 2005) la misi nel cassetto e mi ripromisi di riutilizzarla per un progetto futuro, nel 2011 era lì che mi aspettava.

'Till You Decay' è vecchio di tre anni. Cosa è successo nel frattempo?
Da 'Till you Decay'  a oggi sono accadute molte cose. Cambi di formazione, molti concerti  e molti chilometri macinati in Europa e negli States. La maturazione di una consapevolezza su come fare il proprio percorso e dove si vuole arrivare. La cosa principale che è accaduta credo che sia stata la risposta del pubblico che mi ha portato a spingere l’accelleratore sul progetto e farlo diventare più produttivo possibile, dedicandogli più tempo e allargando gli obiettivi.

Cosa vi ha spinti a pubblicare 'Till You Turn' l'anno scorso?
Dopo l’album di debutto alcuni componenti del progetto hanno preso la loro strada e i Klogr hanno incorporato l’alternative band italiana Timecut. L’esperimento è riuscito ed è stato molto interessante, si andava in giro offrendo due concerti con una solo lineup, un solo furgone, un solo backline. Con loro è nata l’idea di fare anche composizione. Io avevo già prodotto 2 brani mixati da Logan Mader (Soulfly e Machine Head), abbiamo chiamato Olly dei The Fire e siamo partiti nella produzione di altri due brani. In 'Till You Turn' c’è anche la partecipazione di Maki dei Lacuna Coil in un brano. Serviva un capitolo per segnare le nuove contaminazioni del progetto.

Quale speri sia la reazione dei vecchi fans? Ritieni che ci siano elementi di rottura rispetto al passato?
Elementi di rottura non credo. Il disco è forse un po’ più heavy, ma mantiene il marchio Klogr. Quella caratteristica che fonde grunge ad alternative rock e che fonde cantati melodici con altri più spinti e rabbiosi. Prevedere la reazione del pubblico non è mai facile. Di certo posso considerarlo un disco ben fatto,  diretto e massiccio. L’unico elemento che potrei sottolineare è un’evoluzione sonora, ma non credo che sia elemento di rottura, più che altro una conferma di quello che il progetto è oggi.

Perché neve nera? Quale concept si cela dietro all'album?
La neve nera è la descrizione della contaminazione più scura dell’uomo.Siamo riusciti a portare quasi al collasso il nostro pianeta negli ultimi ottanta anni.Non posso credere che il “benessere” della specie umana debba per forza andare di pari passo con la devastazione del propio habitat. L’inquinamento culturale e ambientale attuato dalle grandi lobby (solo per ottenere un profitto maggiore) deve essere fermato. Subito. Se questo non avviene in poco tempo avremo finito tutte le nostre risorse e avvelenato definitivamente la terra. E’ un quadro un po’ drastico se vogliamo, ma è reale. 'Till You Decay' parlava di quanto la società condizioni l’uomo. 'Till You Turn' era una constatazione del fatto che l’uomo permette questo condizionamento sulla propria persona. 'Black Snow' è una descrizione e una denuncia di quanto tutto questo abbia avuto il suo effetto devastante anche sulla natura, oltre che sull’individuo.

Anche l'approccio compositivo riflette tale contaminazione intellettuale e ambientale? Come descriveresti il vostro stile a chi non vi conosce?
Musicalmente siamo molto istintivi. Non facciamo altro che attingere ai nostri ascolti e quello che in passato ci ha segnati, entrando a far parte del nostro dna musicale. Gli elementi musicali sono di certo grunge, alternative rock e metal. C’è melodia che si infrange in un muro di suono, ci sono pezzi violenti altri pesanti e ci sono pezzi soft. I musicisti che hanno partecipato al progetto hanno sempre date del loro. Non considero i Klogr un mio progetto solista visto che tutti i brani sono stati scritti con altri musicisti mettendo insieme le proprie esperienze e le proprie emozioni.

'Draw Closer' è un eccellente singolo ed un ottimo modo di presentare l'album. E' stato difficile sceglierlo? Quali altri pezzi secondo voi meritavano la medesima esposizione?
Per me è un brano che descrive tutte le sfumature del disco. Vicino ai vecchi lavori ma con una produzione e una sonorità più attuale. Abbiamo già una lista di altri brani che verranno presentati come singoli con i rispettivi video. Il prossimo sarà 'Zero Tolerance' per metà marzo.

Quanto tempo avete impiegato a comporre e registrare il nuovo materiale?
A giugno ci hanno confermato il tour con i Prong. Avevamo già qualche brano in composizione ma da lì è nata l’esigenza di essere pronti per pubblicare il disco in prossimità del tour. Abbiamo quindi iniziato la scrittura, registrato a settembre e mixato a ottobre al Green River Studio di Tancredi Barbuscia. L’ingresso di Eugenio Cattini alla chitarra mi ha aiutato molto e i tempi si sono ridotti notevolmente.

Vi siete ispirati a qualche album in particolare per la produzione? Che tipo di suono volevate ottenere stavolta?
I riferimenti sono sempre quelli. I grandi dischi della storia che ti spronano a fare sempre meglio e cogliere l’essenza artistica del lavoro al di la della qualità sonora. La cosa che più ha ispirato la produzione erano le canzoni stesse, tutta la vita di un brano è già nel dna sonoro dalle prime note. La ricerca sonora è stata curata da me e Tancredi. Principalmente lui ha registato basso e batteria e io le chitarre (nel mio studio). Il suono era già nelle canzoni e questo è il risultato che volevo ottenere.

Che rapporto hai con le macchine e le tecnologie di produzione? Sei ossessionato dalle novità?
Io personalmente no. Tanto che ancora mi ostino ad usare valvole dal vivo. Di certo la tecnologia aiuta molto in studio e in produzione, si risparmia tempo e si abbassano considerevolmente i costi — cosa importantissima oggi che la discografia è ai minimi storici — ma non può sostituire il feeling emozionale del musicista o di chi mixa e produce, deve essere un aiuto non una schiavitù.

E' stato complicato mixare l'album? Tra quanti mixaggi avete scelto quello definitivo?
Avevo e ho molta fiducia in Tancredi dal punto di vista tecnico/sonoro. Di media, una volta fatti i meeting sulla direzione artistica del disco, mi mandava il mix del brano e, tranne qualche correzione di gusto personale, aveva già centrato l’obiettivo. Abbiamo mixato un brano al giorno in analogico.

Qual è il pezzo con più layers di chitarra?
Credo “Ambergris”, per creare un certo tipo di atmosfera con acustiche “subliminali”, harmonizer e arrangiamenti ci abbiamo dato dentro. Il resto del disco ha una chitarra a sinistra, una a destra, qualche doppiaggio e arrangiamenti per colorare. Il modo migliore per ottenere un suono preciso e “in faccia”.

Prova adesso a recensire 'Refuge' e 'Falling Crowns' per i nostri lettori..
'Refuge' è un brano con un main riff abbastanza diretto e una linea vocale “old style”. La struttura del brano è formata da diverse parti. Non manca il bridge pulito centrale e un assolo di chitarra che guidano il brano verso l’esplosione del ritornello finale. E’ un brano in 6 quindi con un approccio abbastanza rapido e ritmato.
'Failing Crowns' è una traccia dal sound più moderno, che inizialmente rischiava di essere distante dal mondo Klogr, ma che con il tempo e dopo numerose variazioni ha trovato la sua forma definitiva. E’una canzone composta da più parti differenti e arrangiate in modo diverso. Ti tiene inchiodato all’ascolto dall’inizio alla fine.

Cosa vi aspettate dal tour con i Prong?
Semplicemente di suonare davanti a più persone possibile e condividere con loro la nostra musica. Poi faremo i conti di quanto il nostro pubblico sta crescendo in Europa e speriamo di poter guadagnare un altro tour come questo. E’di certo il modo più rapido per arrivare al pubblico. Siamo stati fortunati perché non è il tipico “pay to play”.

Avete ottenuto dei buoni feedback dall'estero?
Sembra di sì, stanno arrivando piano piano. Anche da paesi molto “severi” come il Regno Unito. Dalle prime recensioni sembra che 'Black Snow' sia stato accetato molto bene dalla critica. Ora vedremo cosa diranno gli ascoltatori.

Klogr
From Italia

Discography
Till You Decay (2011)
Black Snow (2014)
Keystone (2017)