In attesa di sapere come andrà a finire l'ultima stagione di Walking Dead, la colonna sonora perfetta per le nostre giornate spese in nome di zombie e materiale horror è l'ennesimo grande disco dei pionieri del brutal death. Visto il successo che ancora riscuotono, non solo dal vivo ma anche in termini di copie vendute, e inneggiati a gran voce dai fanatici della vecchia scuola ma anche da tanti giovani appassionati di deathcore che non disdegnano un ripasso delle regole base, i Cannibal Corpse non hanno la minima intenzione di mutare le loro regole base. Inutile aspettarsi delle innovazioni di alcun tipo ma in quanto ad impatto non sono secondi a nessuno. ‘Red Before Black’ si rivela un altro capitolo di un tomo di cui conosciamo già il finale; buona parte delle soluzioni ritmiche sono scontate ed il cantato gutturale di George “Corpsegrinder” Fisher è meno trascinante di un tempo. Eppure durante l'ascolto è impossibile stare fermi e una volta giunti alla fine è inevitabile ripartire da capo. Sarà la produzione organica di Erik Rutan che sa tanto di dimensione live, la coerenza di ogni passaggio o ancora l’arroganza con cui viene celebrata la nascita del brutal. Fatto sta che non vi libererete con facilità nemmeno del successore di ‘A Skeletal Domain’. E se lo farete, vi toccherà recuperare subito 'Torturing and Evisceratin' e procurarvi un altro bel torcicollo.