-Core
New Flesh
Priest
Lövely Records
Pubblicato il 09/11/2017 da Lorenzo Becciani
Songs
1. The Pit
2. Vaudeville
3. History In Black
4. Populist
5. The Cross
6. Private Eye
7. Nightmare
8. Virus
9. Call My Name
10. Reloader
Songs
1. The Pit
2. Vaudeville
3. History In Black
4. Populist
5. The Cross
6. Private Eye
7. Nightmare
8. Virus
9. Call My Name
10. Reloader

Prima o poi la storiella degli ex Ghost che portano in giudizio Tobias Forge per qualche migliaio di euro e tanta pubblicità finirà e la verità verrà a galla. Al momento abbiamo un nuovo Papa, meno emerito ed un po' più presuntuoso agli occhi dei fan, dei pezzi nuovi da paura dei Magna Carta Cartel e il presente debutto che lascerà di sasso tutti gli appassionati di industrial e synth pop. 'New Flesh' è stato prodotto da Alpha e suona esattamente come i masterpiece di D.A.F., Pankow, Front 242 e mettiamoci pure Depeche Mode, che lo scorrere degli anni ci fa sentire sempre più lontani ma che il revival esasperato degli ultimi tempi ha riportato in vita a più riprese. Oltre alla performance di Airghoul, da segnalare il mixaggio di Niklas Berglöf dei Dead Soul e il mastering di Magnus Lindberg dei Cult Of Luna per dieci tracce corrosive, subdole e lesive per la mente di chi si pone all'ascolto. Le odi del Prete partono con i rumori meccanici ed il beat micidiale chiamato a sorreggere 'The Pit' e la melodia malsana di 'Vaudeville' ma è quando arriva 'History In Black', un singolo assurdo e un videoclip che si pianta in testa paralizzandoti di colpo, che si ha veramente la misura della grandezza del progetto. 'Populist' inizia la sua opera distruttiva come un white label techno e sfuma un delirio tra vocoder, distorsori e vocals schizofreniche, 'The Cross' cita le colonne sonore di 'Profondo Rosso' e 'Suspiria' per poi costringerci a domandarci ripetutamente dove siamo finiti, mentre per l'epica chiusura sono state selezionate 'Call My Name' e 'Reloader' che avrebbero potuto benissimo essere su un album degli Spandau Ballet. Definitelo pure un esperimento ma i Priest hanno dato vita ad un capolavoro assoluto che rischia di mettere in crisi decine di formazioni dance e electro-pop incapaci di scrivere anche soltanto un anthem del genere. Non è lecito sapere se l'iconografia BDSM di 'New Flesh' si sposerà con la proposta di qualche gruppo di alta classifica. Di sicuro le frustate arrivano potenti sulla schiena, lo strapless dildo è bello lucido e la visione che i musicisti avevano del futuro all'inizio degli anni ottanta non poteva essere descritta in maniera così esauriente.  

Priest
From Svezia

Discography
New Flesh (2017)
Cyberhead (2020)
Body Machine (2022)