Prima o poi la storiella degli ex Ghost che portano in giudizio Tobias Forge per qualche migliaio di euro e tanta pubblicità finirà e la verità verrà a galla. Al momento abbiamo un nuovo Papa, meno emerito ed un po' più presuntuoso agli occhi dei fan, dei pezzi nuovi da paura dei Magna Carta Cartel e il presente debutto che lascerà di sasso tutti gli appassionati di industrial e synth pop. 'New Flesh' è stato prodotto da Alpha e suona esattamente come i masterpiece di D.A.F., Pankow, Front 242 e mettiamoci pure Depeche Mode, che lo scorrere degli anni ci fa sentire sempre più lontani ma che il revival esasperato degli ultimi tempi ha riportato in vita a più riprese. Oltre alla performance di Airghoul, da segnalare il mixaggio di Niklas Berglöf dei Dead Soul e il mastering di Magnus Lindberg dei Cult Of Luna per dieci tracce corrosive, subdole e lesive per la mente di chi si pone all'ascolto. Le odi del Prete partono con i rumori meccanici ed il beat micidiale chiamato a sorreggere 'The Pit' e la melodia malsana di 'Vaudeville' ma è quando arriva 'History In Black', un singolo assurdo e un videoclip che si pianta in testa paralizzandoti di colpo, che si ha veramente la misura della grandezza del progetto. 'Populist' inizia la sua opera distruttiva come un white label techno e sfuma un delirio tra vocoder, distorsori e vocals schizofreniche, 'The Cross' cita le colonne sonore di 'Profondo Rosso' e 'Suspiria' per poi costringerci a domandarci ripetutamente dove siamo finiti, mentre per l'epica chiusura sono state selezionate 'Call My Name' e 'Reloader' che avrebbero potuto benissimo essere su un album degli Spandau Ballet. Definitelo pure un esperimento ma i Priest hanno dato vita ad un capolavoro assoluto che rischia di mettere in crisi decine di formazioni dance e electro-pop incapaci di scrivere anche soltanto un anthem del genere. Non è lecito sapere se l'iconografia BDSM di 'New Flesh' si sposerà con la proposta di qualche gruppo di alta classifica. Di sicuro le frustate arrivano potenti sulla schiena, lo strapless dildo è bello lucido e la visione che i musicisti avevano del futuro all'inizio degli anni ottanta non poteva essere descritta in maniera così esauriente.