Vane le illusioni di coloro che hanno creduto per finiti gli Slayer. Al contrario forse era dai tempi di ‘Divine Intervention’ che Tom Araya e soci non sfoggiavano forma e determinazione tali da sembrare una band al debutto. ‘Christ Illusion’ è l’ennesima riproposizione di un trademark ormai affermato che nessuno potrà mai scalfire. Il decimo disco in studio della band californiana segna il ritorno dietro alle pelli di Dave Lombardo e anche le composizioni più moderne ed al passo coi tempi (‘Cult’) ne guadagnano immensamente in compattezza. Il batterista di origini italiane si impone per classe e potenza piazzando un muro invalicabile a supporto delle chitarre di Kerry King e Jeff Hanneman capaci di sanguinare come ai bei tempi. La produzione di Josh Abraham fa il resto regalando al disco una produzione esaltante capace di far saltare in aria qualunque, sottolineo qualunque, metalcore band di oggi. ‘Eyes Of The Insane’ è un pezzo esplosivo e stranamente dinamico per gli Slayer con Araya che si sforza di mantenere un tempo più veloce e un assolo di Hanneman da mordersi le labbra. ‘Black Serenade’, ‘Skeleton Christ’ e ‘Final Six’ rappresentano il corpo di un album che cerca di porsi maggiormente cadenzato e strutturato per poi abbattersi senza pietà sull’ascoltatore con classiche partiture thrash che mettono ancora i brividi. ‘Jihad’ si occupa invece dell’11 settembre e delle comunità musulmane svolgendo in fondo il ruolo ‘ambiguo’ che ebbe ‘Angel Of Death’. Non solo ‘Christ Illusion’ ribadisce la superiorità tecnica di un gruppo che ha scritto e continua a scrivere la storia del metal mai accennando cadute di tono o momenti di crisi ma soprattutto si espone al giudizio di quelli che dovrebbero essere i nuovi trend e le band pronte a divenire immortali che al cospetto di tanto splendore orrorifico scompaiono tristemente. Dominio incontrastato..