Il virtuoso pianista di Iamthemorning si mette in gioco con un esordio solista che vede coinvolti numerosi personaggi di spicco della scena progressive internazionale. Al di là delle dichiarazioni di circostanza, tipo Daniel Cavanagh che lo indica come il miglior pianista che abbia mai conosciuto, il talento del musicista russo è evidente e le performance di Gavin Harrison (Porcupine Tree, King Crimson) e Nick Beggs (Steven Wilson, The Mute Gods) arricchiscono non poco il tessuto strumentale di un lavoro che altrimenti avrebbe potuto suonare più monocorde. In scaletta troviamo anche Theo Travis, Tatiana Dubovaya, Evan Carson, Steve Hogarth dei Marillion (superbo in ‘The Best Of Days’), Mick Moss degli Antimatter e Jordan Rudess dei Dream Theater. Una squadra nutrita ed un concept che viene svelato lentamente e si basa su contrasti tonali e tematici accessi. Il mixaggio è stato curato, come per ‘Lighthouse’, da Vlad Avy e l’apice viene raggiunto a metà dell’album con la dilatata ‘Confluence’ e ‘Constellation/The Bell’.