La storia insegna che Christofer Johnsson non è il personaggio più semplice da trattare ma se dopo così tanti anni lo troviamo sempre appoggiato da una solida fanbase significa che il pubblico, indipendentemente da trend o alti e bassi della sua discografia, ha apprezzato la sua filosofia ed un approccio in aperto contrasto con quello di buona parte della concorrenza. Ai tempi di ‘Theli’ e ‘Vovin’ gli svedesi erano considerati degli arditi sperimentatori, una ventata d’aria fresca in un genere di moda quale il symphonic metal. Poi dell’incrocio tra voci maschili e femminili si è finito per parlare sempre meno e nelle classifiche sono rimaste solo quelle formazioni in grado di coniugare un’immagine significativa e singoli commerciali. Negli anni il leader ha continuato a proporre complessi mix di prog, gothic e power, arricchendo sempre di più la componente lirica e puntando forte su tematiche come la cabala, l’occultismo e la mitologia. Il successore di ‘Les Fleurs Du Mal’ è una rock opera in tre atti, per oltre tre ore di musica, che offre all’ascoltatore un impianto strumentale monumentale, cori maestosi, stacchi tastieristici e percussivi. Il concept ispirato a I tre dialoghi e il racconto dell'Anticristo del filosofo russo Vladímir Soloviov verrà portato in scena con oltre trenta personaggi e uno stuolo di musicisti da far invidia a Avantasia. Il contributo di Thomas Vikström, Markus Jupiter, Lori Lewis e Chiara Malvestiti rende più vario un ascolto che chiaramente non è il solito a cui siete abituati. Ci vorrà del tempo per digerire ‘Beloved Antichrist’ ma la bellezza di alcuni passaggi (su tutti la pinkfloydiana ‘Turn From Heaven’ e ‘Temple Of New Jerusalem’) e la curiosità di scoprire il finale della storia vi ripagherà della fatica.