Ricordo perfettamente che quando Kscope pubblicò ‘Lunatic Soul’ buona parte degli addetti ai lavori lo etichettarono come un mero esercizio di stile di Mariusz Duda senza credere troppo ad un seguito del progetto. Con il passare degli anni invece il leader dei Riverside si è sempre più spesso rivolto a questo outlet musicale personale e totalmente elitario, un po' per potersi misurare su generi differenti dal solito ed un po' per lasciare che la sperimentazione lo indirizzasse sempre nella retta via con la sua band principale. Fin dalla stesura della magnifica title track, ‘Under The Fragmented Sky’ è nato come la continuazione di ‘Fractured’ e pur essendo stato pensato come un EP alla fine risulta un full lenght vero e proprio. Quaranta minuti scarsi di musica post progressive con cori alienanti (‘He av en’), synth e glitches a supporto di un cantato che ricorda quello di Steven Wilson (‘Trials’) e arpeggi disincantati che invece riportano alla mente il songwriting di Daniel Cavanagh (‘Sorrow’). Così inizia ‘Under The Fragmented Sky’ e potrei proseguire descrivendo ogni singola traccia presente nella release. La sua forza però è racchiusa nel messaggio globale che intende trasmettere, un messaggio di libertà creatività e ricerca di quello spazio-tempo in cui ciascuno di noi può ritrovare sé stesso.