Sinceramente i genovesi ci erano piaciuti di più nella loro versione più cupa e oscura. Il successore di ‘A Quiet Land Of Fear’ è un lavoro di transizione che potrebbe portare a qualcosa di effettivamente grandioso, visto il notevole potenziale tecnico a disposizione dei ragazzi ma soprattutto le idee che finora hanno saputo distinguerli nel panorama post metal di casa nostra. Gli autori di ‘Council From Kaos’ hanno continuato ad evolvere la propria proposta, senza dubbio un merito, abbracciando ritmiche tribali, stacchi sludge-black poderosi (‘Birds Are Falling’) e vortici di accordi che non suonano mai fini a sé stessi. ‘Gravity’ è forse il loro pezzo migliore di sempre e la presenza di Luca Gregori dei Darkend potrebbe renderlo quasi un singolo. In altri frangenti la ricerca sonora ed il desiderio di inserire elementi di natura diversa, tanto per dire la tromba di Roberto Calcagno ma anche soluzioni space-doom e prog, hanno reso più confuso l’ascolto e non sempre il cantato risulta funzionale ad esso. Probabilmente tracce apocalittiche come ‘Stanislaw Lem’ e ‘Eternal Transmigration’ rappresentano passaggi necessari per potere invadere territori sonori ancora più ampi eppure dietro alla copertina di Anna Levytska (Blut Aus Nord) non c’è quel terzo album di spessore internazionale che ci saremmo attesi dopo una lunga attesa.