Occultismo, magia e sano rock n’ roll. Questo è il sunto della proposta del nuovo progetto di Johanna Sadonis che ricordiamo nei The Oath con Linnéa Olsson (Beastmilk, Grave Pleasures e si vocifera anche Ghost). Adesso poi che sua maestà Nicke Andersson (The Hellacopters, Imperial State Electric) si è unito alla avvenente artista berlinese, che ricordiamo anche con Cryogenic e Dies After, il cerchio si è chiuso alla perfezione. Aspettatevi sempre trame melodiche oscure e l’heavy rock di fine anni ‘60 e inizio anni ‘70 ma, rispetto allo stoner-doom più ordinario dell’esordio, le canzoni trasmettono un senso di pericolosità e scelleratezza che accende l’ascolto. L’immediatezza di alcuni episodi (su tutti ‘California Son’, ‘Phoenix’ e ‘Before The Sun’) contrasta con altri momenti più subliminali e catartici che crescono alla distanza, con disegni armonici e refrain che dimostrano di avere assorbito la lezione di Ghost e Uncle Acid & The Deadbeats. Un must per chi è cresciuto con Black Sabbath, Deep Purple, Blue Öyster Cult e Rolling Stones (la rilettura di ‘Dancing With Mr. D’ da ‘Goats Head Up’) ma anche un’immersione profonda in un passato di vinili polverosi, candele consumate e strane storie d’orrore.