I mesi che hanno preceduto la release del successore di ‘Battles’ sono stati caratterizzati da alti e bassi. Prima la notizia che gli svedesi hanno rinnovato la collaborazione con Howard Benson (P.O.D., Of Mice & Men e Otep tra gli ultimi gruppi con cui ha collaborato), poi la diffusione di ‘Burn’, uno dei migliori singoli da tempo immemore improntato sull’eccellente guitar work di Bjorn Gelotte, e infine l’annuncio della temporanea sostituzione di Niclas Engelin da parte di Chris Broderick (ex Megadeth e Jag Panzer) nel tour americano. In fase promozionale Anders Fridén aveva giurato sulla caratura heavy del nuovo capitolo discografico della band, professando un songwriting maggiormente incentrato sulle chitarre ed in effetti alcuni pezzi, sulla falsa riga di quanto accaduto tre anni prima, trasmettono l’impressione che gli In Flames abbiano ritrovato la vitalità e l’aggressività di una volta, al pari del desiderio di sperimentare in ambito alternative metal che non è mai mancato in carriera. Discreto l’inizio con ‘Voices’ e la title track, bello potente il groove di ‘I Am Above’ e niente male un paio di tracce oscure verso la fine dell’album (‘Deep Inside’ e ‘All The Pain’). Scordatevi però il death metal melodico ed il cantato in growl perché adesso le priorità sono altre.