Armature, daghe affilate, scorte alcoliche ed il supporto dell’etichetta heavy metal più potente al mondo. Con queste premesse il nuovo tour del trio svedese si annuncia ancora avvincente ma per non scendere di posizioni nelle gerarchie del classic metal serviva un’altra manciata di canzoni fiere e potenti. Il successore di ‘Sword Songs’ è stato registrato in presa diretta sotto la supervisione di Staffan Karlsson (Arch Enemy, The Rockets) che ne ha amplificato il groove senza smussarne gli spigoli. Alcuni passaggi omaggiano le icone del doom, altri citano Manowar o Motörhead e, nel complesso, l’epicità boriosa che aveva caratterizzato il lavoro in studio precedente è presente in misura minore. Un po' come il lupo ferito in copertina, Janne “JB” Christoffersson sembra più agguerrito che mai, dimostra di essere ancora uno dei migliori riffmaker scandinavi e sforna un’opera ricca di anthem heavy metal sfruttando al massimo la solida sezione ritmica formata da Fox Skinner e Ludwig Witt (Spiritual Beggars, Firebird). La title track e ‘Glory To The Brave’ i momenti più trascinanti di un ascolto che non tradisce le attese.