1. End 2. Dead 3. This Is How I Disappear 4. Sharpest Lives 5. Welcome To The Black Parade 6. I Don't Love You 7. House Of Wolves 8. Cancer 9. Mama 10. Sleep 11. Teenagers 12. Disenchanted 13. Famous Last Words
Songs
1. End 2. Dead 3. This Is How I Disappear 4. Sharpest Lives 5. Welcome To The Black Parade 6. I Don't Love You 7. House Of Wolves 8. Cancer 9. Mama 10. Sleep 11. Teenagers 12. Disenchanted 13. Famous Last Words
Eccoci finalmente arrivati a quella che può essere sicuramente considerata una delle uscite più attese dell"anno. Il popolo dei ciuffetti emo e delle sedicenni in calore aspettava con ansia altri inni post-generazionali su cui sfogare i propri deliri infantili ed eccoli in fondo accontentati. Ma i My Chemical Romance avevano già fatto capire in passato di non essere degli sprovveduti o dei giovincelli privi di alcun talento e per questo ritorno hanno pensato bene di impedire all"universo a loro attorno di continuare a classificarli in un certo modo. "The Black Parade" gioca in modo forsennato e quasi sempre vincente con un esasperato aspetto teatrale e con retaggi che vanno dall"evoluzione dei Green Day di "American Idiot" all"eccentrica e compiacente parabola artistica dei Muse. Un album costruito su una concettualità legata alla morte e a tutti gli aspetti che ne caratterizzano l"oscuro fascino quindi diametralmente opposta a quella "meditazione sull"immortalità" che "Three Cheers For Sweet Revenge" aveva portato avanti con tormentoni come "Helena". Simpatici o antipatici che siano i My Chemical Romance sono destinati a ingigantire sempre di più il loro status di band raccomandata da MTV e nessuno potrà loro impedirlo. Canzoni come "This Is How I Disappear", "The Sharpest Lives" e "I Don"t Love You" sono la dimostrazione che il gruppo non si è posto alcun limite in studio e ha talento anche quando invade generi finora sconosciuti. I video che ne scaturiranno daranno allo snobbismo di queste note la sua connotazione visiva che non mancherà certo di dare il via all"ennesimo trend adolescenziale ma le tematiche del disco e questa coraggiosa accelerazione stilistica rendono certamente merito al gruppo guidato dal belloccio Gerard Way. "Welcome To The Black Parade"...