Dopo un lungo periodo di crisi, l’etichetta tedesca è tornata a livelli elevati e le nuove release di Firewind, Onslaught e Thundermother sono la conferma. Le svedesi avevano un disperato bisogno di un disco del genere. Avevano bisogno di una scaletta che trasudasse grinta, potenza e personalità, in grado di mostrare a tutto il mondo che la band ha raggiunto un proprio stile ed è capace di apparire trascinante e coinvolgente, senza per questo risultare prevedibile o scontata. Accanto alla leader e fondatrice Filippa Nässil ritroviamo ancora una volta la cantante Guernica Mancini e la batterista Emlee Johansson, mentre rispetto all'album precedente cambia la bassista con l'innesto di Majsan Lindberg, al debutto in studio ma reduce già da un lungo tour nella seconda metà dell’anno scorso. Il sound è sempre costruito attorno alla sei corde della Nässil e le tredici tracce sono state registrate e mixate da Søren Andersen, bravo a conferire loro la giusta pulizia senza snaturarle. Un ascolto obbligato per chi ama la semplicità degli AC/DC - ‘Back In ‘76’ è un tributo all’anno di pubblicazione di ‘Dirty Deeds Done Dirt Cheap’ - i suoni valvolari e l’impronta punk degli Hellacopters e nel complesso donne “con le palle” come Drain STH e Crucified Barbara. Guernica Mancini è scatenata e la sua voce supporta alla perfezione il profilo leggermente più mainstream di alcuni episodi come ‘Loud And Live’ e ‘Driving in Style’.