Non credo che il successore di ‘Meditations’ possa mutare il destino dei canadesi ma siamo di fronte al solito disco onesto e potente di una band che, ormai da trent’anni, riesce a fondere molto bene lo swedish death e il tipico brutal americano con ottimi risultati. A volte le produzioni sono apparse più moderne e tecnologiche, in altri frangenti invece i Kataklysm si sono appellati al fatto che comunque fanno parte della vecchia scuola. In entrambi i casi, difficilmente non hanno fatto centro e il responso dei fan è sempre stato eccellente. In tal senso, ‘Unconquered’ ha tutto per proseguire in questa tendenza e il mixaggio di Colin Richardson è davvero superbo. Conciliare il guitar work virtuoso di JF Dagenais con il drummin’ molto tecnico e dominante di Oliver Bedouin – sostituito da un paio di settimane da James Payne degli Hour Of Penance - non deve essere semplice ma il mitico produttore britannico – Machine Head, Sepultura, Slipknot e Fear Factory giusto per fare qualche nome – può vantare un’esperienza mica da ridere. La machiavellica ‘The Kilshot’ mi ha subito fatto pensare proprio al gruppo originario dello Iowa, per i cambi di tempo ed una certa vena industriale, mentre ‘Underneath The Scars’ continua a portare avanti l’evoluzione del sound e passaggi come ‘Cut Me Down’ e ‘Icarus Falling’ sono invece più legati al passato e a dischi come ‘In The Arms Of Devastation’ e ‘Prevail’. Maurizio Iacono è come sempre un esempio di attidudine e la speranza è che l’emergenza sanitaria ed i problemi di line-up non affossino la promozione di questo macigno death metal.