Il disco più noioso dell’anno è senza ombra di dubbio il secondo volume, qualora ci fosse mai stato bisogno di pubblicarne uno, della raccolta che aveva anticipato, tre anni orsono, l’uscita di ‘And Justice For None’ e ‘F8’. Chi non ha trovato motivi di interesse in questi due lavori in studio può anche passare alla recensione successiva. Coloro invece che hanno apprezzato, almeno in parte, l’evoluzione sonora del gruppo originario di Las Vegas, non avranno problemi a mettere mano al portafoglio e fare proprio un dischetto che riunisce molti dei pezzi meno standard in carriera. In scaletta troverete le influenze southern di ‘Blue On Black’, il midtempo ‘The Tragic Truth’ e pezzi come ‘The Pride’ o ‘Sham Pain’ che non valgono più di una b-side. Poi ci sarebbero gli inediti ma l’unico che merita sul serio di essere ascoltato è ‘Broken World’. Il resto è una sorta di presa in giro con la versione acustica di ‘Wrong Side Of Heaven’ e gli inutili remix di ‘Trouble’ e ‘Bad Company’, a cura rispettivamente di Felmax e Steve Aoki. Un po’ meglio quello di ‘Wash It All Away’, realizzato da Joe Hahn dei Linkin Park, ma siamo sempre su livelli qualitativi appena sufficienti. In attesa di capire quali saranno le conseguenze dell’ingresso in line-up di Andy James al posto di Jason Hook, i 5FDP si confermano un gruppo di tanta apparenza e poca sostanza, incapace di dare continuità alle proprie idee e fin troppo legato ai trend che ne hanno fatto la fortuna economica.