Sicuramente la formula dei supergruppi, che in questi ultimi anni si sta riproponendo con una certa insistenza, porta al suo interno il rischio di assenza di spontaneità e di insoddisfazione rispetto alle attese, considerata la caratura dei singoli membri all’interno delle band che si vengono a formare. Fortunatamente la delusione non può albergare dietro i W.E.T., altro supergruppo in forza alla Frontiers, che porta in dote elementi di grande calibro come l’immancabile Jeff Scott Soto ed Erik Martensson. “Retransmission” è un fantastico tuffo all’interno del dorato e ovattato mondo dell’A.O.R. di qualità. Qui, davvero, sembra che gli anni ottanta siano dietro l’angolo, anche se la produzione porta il discorso sui binari della modernità. Le canzoni risultano perfette, in quanto sono solari, ben suonate e cantate divinamente dalla voce di un Soto che in questi ultimi periodi si è trasformato in una vera e propria macchina da guerra, visto che fa uscire almeno tre album all’anno, tra progetti collaterali e una fortunata carriera solista. Appare difficile, davvero, scegliere in questo prodotto un brano rispetto all’altro, anche se “How Do I Know” si colloca come una delle cose migliori realizzate da quando è in vita questa super band. La dolce pesantezza di “The Moment Of Truth”, la delicatezza camuffata di “The Call Of The Wild” (nei cori sembra di ascoltare i Bee Gees) e la solidità di “Beautiful Game” rappresentano quello che sono al momento i W.E.T. Parlare di progetto collaterale appare davvero riduttivo, dal momento che i sei musicisti in questione, pur avendo suonato pochissimo dal vivo, danno davvero l’idea di essere una vera e propria band, grazie a un pugno di canzoni perfette che hanno tutto per poter essere ricordate anche tra dieci anni. In un momento difficile come quello che sta vivendo la musica, tutto questo non è assolutamente un dato da sottovalutare.