‘Mass’ non è l’album migliore dei giapponesi, che in passato si sono permessi di deridere sia la scena americana che quella europea con titoli devastanti come ‘Stacked Rubbish’, ‘Toxic’ e ‘Dogma’. È però un album che potrebbe consacrarli ulteriormente a livello internazionale perché mostra un atteggiamento molto più aperto verso altri mercati e di conseguenza una produzione decisamente più digeribile per chi non conosce nemmeno il significato del termine j-rock. Ormai da vent’anni a questa parte il gruppo guidato da Ruki è il riferimento principale per chi è cresciuto con gli X-Japan e non può fare a meno di leggere i manga in versione originale. Ancor più che i Dir En Grey, fantastici ma più estremi, i the GazettE hanno saputo coniugare l’urgenza dei loro ritornelli con influenze metalcore, nu metal e dark. Le parti vocali sono spettacolari e l’equilibrio tra momenti heavy e momenti commerciali è mantenuto tale dall’inizio alla fine della scaletta. Il mixaggio di Koichi Hara mette in evidenza la batteria di Kai, ‘Blinding Hope’ e ‘The Pale’ sono probabilmente gli apici ma è l’estetica pop estrema nella sua totalità a lasciare allibiti. Nel complesso siamo più o meno sullo stesso livello di ‘Ninth’ ma mi auguro che questo decimo lavoro in studio possa veramente aprire la mente a tanti di voi che escludendo certi tipi di musica non sanno cosa perdono.