“Get me on stage ‘cause I’m ready to play…” implora l’autore di ‘Never Too Loud’ e ‘Below The Belt’ e, anche se non sarà possibile ancora per qualche mese rivederlo in tour, appare palese fin dai primi secondi che quest’album è scritto solo e soltanto per essere consumato dal vivo. “Restrictions are necessary, feeling trapped is a choice..’, parte ‘ I Want Out’ e l’atmosfera è subito quella di ‘We Sweat Blood’, secondo lavoro in studio impregnato di influenze garage, con un coro che risente in maniera pesante della frustrazione provata nell’ultimo anno e mezzo. Togliere il sudore del palco a Danko Jones ed a tutti i suoi fan sparsi nel mondo è come togliere le caramelle ai bambini e così il successore di ‘A Rock Supreme’ è chiamato a donare vitalità ad uno dei peggiori momenti della nostra esistenza e consolarci di tanto tedio. Tra richiami ai precedenti capitoli discografici - per esempio il riff di ‘Let’s Rock Together’ lo avrà usato tre o quattro volte e ‘Blue Jean Denim Jumpsuit’ sembra provenire dalle sessioni di registrazione di ‘Rock And Roll Is Black And Blue’ - e spunti che rimandano alla storia di The Stooges e AC/DC (‘Ship Of Lies’), l’album ci riesce per quasi tutta la sua durata. Non siamo certo al cospetto del capolavoro in carriera ma il “power” trio sa sempre come divertire ed alcuni ritornelli sono irresistibili (‘Good Lookin’ e ‘Saturday’ su tutti). Al fianco di Danko troviamo ancora John Calabrese, Rich Knox ed il produttore Eric Ratz (Monster Truck), abile a mettere in evidenza tutti gli strumenti ed ammiccare alle radio senza smarrire il tipico sound organico del gruppo, mentre ‘Start The Show’, guarda caso posta a fine scaletta, è impreziosita da un assolo dell’ex-Motörhead Phil Campbell. Scordatevi cedimenti o variazioni sul tema perché non ne troverete traccia.