In contemporanea con la diffusione della notizia dei problemi legali che hanno colpito Jerome Reuter, uno dei protagonisti del primo volume, esce il secondo capitolo di ‘New Man, New Songs, Same Shit’ ovvero l’album con cui Nergal ha definitivamente sdoganato a livello internazionale il suo progetto parallelo. Anche stavolta il leader dei Behemoth si è contornato di musicisti favolosi e ciascuno dei pezzi in scaletta è un’immersione nelle sue influenze folk e dark più ataviche, con parecchie sorprese che rendono estremamente godibile l’ascolto. Si passa dalla orrorifica presenza di Mary Goore dei Repugnant, in realtà Tobias Forge dei Ghost, in ‘Under The Spell’ alla celestiale voce di Myrkur in ‘Angel Of Light’, dallo spassoso rock n’ roll di ‘Black Hearse Cadillac’, con l’ex Turbonegro Hank Von Hell e Anders Odden dei Cadaver alle demoniache ‘Witches Don’t Fall In Love’, impreziosita dal cantato e dai synth di Kristoffer Rygg degli Ulver, e ‘Silver Halide Echoes’, resa ancora più brutale da Randy Blythe dei Lamb Of God. Alla lista degli ospiti si aggiungono tra gli altri anche Mantas, Chris Holmes, David Vincent e Alissa White-Gluz per una carrellata di spunti intriganti che lascia l’acquolina in bocca in attesa del terzo volume. Quando poi l’ex Misfits Michale Graves intona ‘Blues & Cocaine’ assieme a Nergal, al fianco del quale si muove ancora il bassista italiano Matteo Bassoli, si capisce quali siano le basi effettive del progetto.