Credo che sia oggettivamente impossibile aggiungere qualcosa sul talento e l’attitudine di Nicke Andersson che non sia stato già detto. La sua importanza per la scena heavy metal e rock internazionale è enorme e per il sottoscritto i The Hellacopters si giocano il primo posto come migliore gruppo rock di sempre con i Turbonegro del compianto Hank von Hell. Credo che sia altrettanto oggettivamente impossibile aggiungere qualcosa sulla bellezza e sull’avvenenza di Johanna Sadonis, la sua dolce mogliettina che, dopo aver litigato con Lineea Olsson e messo da parte il progetto The Oath, si è consacrata con i Lucifer. La sua voce è potente come quella di Elin Larsson dei Blues Pills e la sua aura sensuale e malefica ricorda da vicino quella di Sheri Moon Zombie, protagonista incredibile di capolavori della cinematografia moderna come The Devil’s Rejects e The Lords Of Salem. I due coniugi sfornano un altro lavoro formidabile citando con sistematica regolarità gli autori di ‘Paranoid’, ‘Master Of Reality’ e, appunto, ‘Vol. 4’. Spetta al riff doom ed alla tetra atmosfera di ‘Archangel Of Death’ e ‘Wild Hearses’ introdurre la tracklist e, dopo essere scesa dal cavallo bianco di ‘Dreamer’ ed avere invocato la Grande Mietitrice in ‘Leather Demon’, la Sadonis ha preso spunto da ‘Like A Prayer’ di Madonna per il provocatorio artwork e si è sentita ancora più libera di cantare di sesso, morte e rituali funebri. Il risultato è l’album più decadente e dissoluto pubblicato dalla coppia, tra spettacolari assoli di chitarra, parti vocali lascive, improvvise discese negli abissi e puro rock n’ roll, come piace tanto all’ex Entombed attivo pure con gli Imperial State Electric. Scherzare col sabba nero non è da tutti ed alcuni passaggi sono talmente irresistibili che non sarebbe affatto da stupirsi se tra qualche tempo questo quarto capitolo diventasse un classico.