Parlare dell’artista australiano senza cadere in banalità è davvero difficile. Vuoi perché ci troviamo al cospetto di un musicista completo e vuoi perché ogni volta il leader dei True Spirit è in grado di stupirci con del materiale trasversale che sembra uscire da un’autoradio qualunque ma riesce sempre a raggiungere vette espressive uniche. L’ex Bad Seeds, a tre anni di distanza dal commovente ‘Taken By The Dream’, si è messo in gioco con la cover di ‘Hurdy Gurdy Man’ di Donovan e con quattro versioni in italiano, allegate al disco, che riflettono un amore viscerale per la nostra terra. Nel suo viaggio, poco importa che sia stato effettuato con un’auto sgangherata o una limousine, ci sono gli anni ‘60, c’è il desiderio di rivincita di almeno un paio di generazioni, c’è il cantautorato e anche un po’ di pessimismo per come va il mondo, ma soprattutto troverete una serie di pezzi in grado di trascinarvi negli abissi e poi mostrarvi la luce. Assieme a Diego Sapignoli, Giovanni Ferrario e Francesco Giampaoli, Hugo Race ha descritto una storia d’amore tossica ma nella sua chitarra polverosa o nella sua voce sporca non risiede solo decadenza. Una luce accecante illumina i tratti poetici dell’opera e più passano i minuti e più cresce l’urgenza di vedere dal vivo la band, che si esibirà tra l’altro al Circolo Progresso di Firenze ed al Lumiere di Pisa. ‘Beat My Drum’ e ‘ Gold Digger’ gli apici di una scaletta avvincente, registrata presso l’Al Mare Studio di Lido di Dante e in seguito post-prodotta a Melbourne, nella quale appaiono come ospiti anche Georgia Knight ed il violinista TJ Howden.