I Three Days Grace sono, ormai, dei veterani della scena alternativa d’oltreoceano. Con “Explosions” sono arrivati al settimo episodio di una carriera che ha conosciuto molti fasti, soprattutto in Canada e dintorni, visto che in Europa, invece, il loro nome è sempre legato a quello appartenente agli artisti di nicchia. La loro nuova fatica, diciamolo sinceramente, è abbastanza deludente. Dodici canzoni realizzate con lo stampino, nonostante una produzione di tutto rispetto che ha reso molto pesante il sound contenuto all’interno di un platter che, purtroppo, non brilla affatto. Da “Neurotic”, che è arricchita dalla presenza del cantautore canadese Lukas Rossi, al primo singolo “So Called Life”, passando per “Souvenirs” sino alla finale titletrack che chiude il cerchio, non vi è nulla che possa essere ricordato come memorabile. Intendiamoci, il gruppo suona in scioltezza e lo fa anche bene, perché siamo sempre dinnanzi a dei professionisti navigati. Il serio problema è che il materiale propinato sa di ascoltato e propinato all’ennesima potenza da centinaia di gruppi americani che paiono essere stati creati con lo stampino. E in casi come questi, quando tutto sembra ripetitivo, deve venire fuori la bravura nello scrivere brani che possano stare in piedi da soli ed essere ricordati in modo che ci si distacchi dalla facile omologazione di massa. Ecco, in questo caso, i Three Days Grace hanno fallito miseramente l’obiettivo, rendendo “Explosions” un lavoro assolutamente superabile e privo di fantasia. Peccato.