Gli svedesi si confermano una delle migliori realtà post-punk e death rock del panorama nordico con un album che sostanzialmente prende il meglio di quanto espresso in ‘Blood’ e ‘Machine’, ma che allo stesso tempo tenta di proporre qualcosa di totalmente nuovo e avvincente. Un album che conferma le doti compositive di Alex Svenson, leader che oltre ad occuparsi di basso e synth presta la voce ad una serie di pezzi che potrebbero essere nati nella sala prove dei Bauhaus, e che parte fortissimo con ‘Tickets To Funerals’ e ‘Rise To The Bait’ (promossa col teatrale video girato da Damon Zurawski). Si evince fin da subito il desiderio del gruppo di narrare una storia attuale, apocalittica e gotica ma ugualmente moderna e nella quale chiunque di noi possa identificarsi. Le atmosfere sono oscure, i ritmi incalzanti ed il piglio rock n’ roll non viene mai meno, con citazioni promiscue di Christian Death e Sister Of Mercy e qualche appiglio alla recenti uscite di Isolated Youth e Ra. In fase di promozione il frontman ha dichiarato che "Dobbiamo opporci e sfidare l'umore prevalente e trovare uno stile di vita più positivo in questo momento per rimanere sani di mente” e la sua musica si rivela perfetta per socchiudere gli occhi e lasciarsi alle spalle giornate piene di odio e tensione. Una dose di eroina che non fa male, iniettata grazie al contributo di William Faith (Faith And The Muse, The Nun..), Karolina Engdahl (True Moon), Niklas Rundquist (Leather Nun) e Tom van Heesch, che si è occupato del missaggio. Da brividi ‘Cold From Inside’ e ‘Blood Runs Cold’, ma tutta la scaletta saprà trasmettervi la scossa di cui avete bisogno.