Sentire parlare di guerre del passato, nello specifico riguardanti vichinghi e nativi americani, suona un po’ strano in un periodo come questo, ma il gruppo originario di Falun, cresciuto all’ombra dei Sabaton, ha pubblicato un disco onesto, sentito e in linea con un’ideale evoluzione del materiale contenuto nei precedenti ‘Gods And Generals’ e ‘The Last Full Measure’. La line-up si è stabilizzata con l’ingresso di Kelly Sundown Carpenter - cantante originario del Texas ma residente da tempo in Belgio che ricordiamo con Adagio, Iron Mask e Inner Sanctum – ma c’è un’altra novità. Al fianco dei membri fondatori, il batterista Daniel Mullback ed il tastierista Daniel Mÿhr, e del chitarrista Petrus Granar troviamo infatti una nuova ascia e non certo un nome qualunque. Le parti di chitarra sono state infatti registrate da un altro ex-Sabato ovvero Thobbe Englund (Rex Demonus, Bloodbound, ex-Raubtier). Il suo apporto è gigantesco ed è soprattutto grazie a lui se pezzi come ‘Dead Man’s Glory’, ‘Warrior Soul’ e ‘Custers Last Stand’, reprise dell’omonimo EP di debutto, si inseriscono con forza accanto ai classici del gruppo. ‘Carry On’ e ‘Slaughterhouse 5’ sono la risposta ai fan che chiedevano un approccio più moderno ed il nuovo frontman se la cava molto bene sia nei passaggi più epici e tirati (‘Soldiers and Kings’) sia nelle ballad (‘Andersonville’).